Quali prospettive per gli emergenti?

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I mercati emergenti hanno recuperato circa il 35% dai minimi registrati a marzo, trainati da una combinazione di stimoli monetari e fiscali senza precedenti che, insieme alla graduale riapertura delle economie, sconta una traiettoria di ripresa a V. Abbiamo assistito a un vero e proprio braccio di ferro: da un lato, dati economici positivi, stimoli e speranze di una svolta nella ricerca di un vaccino a sostegno del rimbalzo, dall’altro i timori di una seconda ondata del virus. In alcune regioni asiatiche, comprese i principali centri economici come Cina, Corea e Taiwan, il tasso di nuovi contagi è diminuito e vi è stata una graduale riapertura delle economie. Negli Stati Uniti, tuttavia, i numeri relativi ai nuovi contagi sono sempre importanti, mentre diversi paesi emergenti, tra cui India e gran parte dell’America Latina, non sono riusciti a tenere il virus sotto controllo. Nonostante il rischio relativo alla curva dei contagi, le azioni dei mercati emergenti hanno registrato un incremento del 18% in questo trimestre, controbilanciando in larga parte le perdite dei primi tre mesi dell’anno, con l’indice che ha chiuso il primo semestre in calo del 7%, attestandosi su un livello di Price/Book di 1,5x, non distante dalla sua valutazione media a lungo termine.

È però importante guardare oltre il livello dell’indice, sia per quanto riguarda le opportunità sia per i rischi, ed essere consapevoli del fatto che molte società non entrano nel secondo semestre nelle medesime condizioni in cui si trovavano ad inizio anno, anche se alcuni indici potrebbero dare quest’impressione. I titoli value dei mercati emergenti sono in calo del 16% quest’anno, mentre i titoli growth sono in crescita dell’1,4%. L’ampliamento della ripresa ha esteso l’interesse degli investitori più in direzione dei settori value, sensibili alla ripresa economica e con valutazioni più basse (a un punto di negoziazione vicino a quello della crisi del 2008). Il growth, tuttavia, continua a registrare buone performance da inizio anno, guidato dai leader tecnologici e dalle società online che traggono vantaggio dell’accelerazione della domanda registrata durante la fase di lockdown.

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Gli investitori devono mettere in conto la possibilità di ulteriori impatti sull’economia in caso di una seconda ondata più lunga e di una nuova fase di lockdown. Nonostante la ripresa dell’attività economica, la domanda è ancora contenuta e le tensioni geopolitiche sono in aumento, tra Stati Uniti e Cina su Huawei e Hong Kong, tra Cina e India riguardo alle questioni legate al confine settentrionale e tra Corea del Nord e Corea del Sud. Fondamentalmente, riteniamo che dopo il rimbalzo iniziale, saremo destinati a vivere un contesto di crescita lenta.