È la settimana delle Banche centrali, FED, BCE, BoJ, BoE, ma anche Brasile e Turchia

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Gli ultimi gionri sono stati all’insegna della politica monetaria testimoniando che le Banche centrali sono sulla buona strada per ridurre gli stimoli di natura emergenziale. E’ tuttavia cresciuta la divergenza tra economie sviluppate ed emergenti proprio in termini di politica monetaria con alcune Banche centrali in America Latina che hanno già fatto ricorso allo strumento dell’aumento dei tassi per contenere l’inflazione e proteggere allo stesso tempo la loro stessa credibilità. La Banca centrale brasiliana è stata un caso esemplare, poiché ha aumentato il proprio tasso d’interesse di un intero punto percentuale suggerendo ulteriori aumenti in futuro. Al contrario, l’eccezione degna di nota è stata la Banca centrale turca, che ha tagliato i tassi di 100 punti base cedendo alle pressioni politiche.

Il meeting della FED ha confermato che il processo di riduzione del sostegno è ormai pronto a partire. Lo statement ha fatto riferimento all’inizio del tapering entro la fine di quest’anno e Powell ha suggerito che un annuncio formale avverrà probabilmente già a novembre, a condizione che il mercato del lavoro continui a migliorare in assenza di sorprese negative significative. La conferenza di Powell è stata un esercizio di bilanciamento, fornendo da un lato maggiore chiarezza sul processo di tapering – che dovrebbe essere più veloce rispetto all’esempio del 2014 – e dall’altro allo stesso tempo ha rassicurato che le condizioni monetarie rimarranno accomodanti a lungo. Tutto ciò è probabilmente specchio delle divergenze in seno al FOMC riguardo ad inflazione e mercato del lavoro. Mentre l’impostazione di fondo che inquadra l’inflazione come un fenomeno temporaneo è ancora prevalente, ci sono probabilmente timori riguardo ad un’inflazione potenzialmente più vischiosa di quanto precedentemente previsto. Allo stesso modo, mentre l’obiettivo di raggiungere la massima occupazione è ancora lontano, la view sul grado di rallentamento del mercato del lavoro è eterogeno. Powell ha sottolineato che le discussioni sul tapering e il rialzo dei tassi di interesse sono un argomento diverso, con il ciclo di rialzo che probabilmente inizierà dopo la fine del tapering, che sarà probabilmente completato “intorno alla metà del prossimo anno”. Ha anche sottolineato che il tasso dei FED funds dovrebbe rimanere ben al di sotto delle stime di lungo termine. La Fed è sulla buona strada per il tapering verso la fine di quest’anno, ma tutto ciò potrebbe verificarsi in una fase imbarazzante, dato che la crescita, l’inflazione e lo stimolo fiscale hanno probabilmente superato i rispettivi picchi, mentre i rischi relativi all’evoluzione della pandemia non sono scomparsi. Inoltre, sono emersi nuovi rischi riguardanti le dinamiche politiche interne e gli sviluppi internazionali – in particolare, le turbolenze nel settore immobiliare cinese. Tutte queste considerazioni determineranno alla fine la traiettoria di rimozione del sostegno della politica monetaria – un processo che sarà probabilmente lungo e cauto.

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Guardando altrove, la Bank of Japan e la Bank of England non hanno cambiato rotta. Il quadro dell’inflazione in Giappone è ancora ridotto, mentre la ripresa dalla crisi pandemica è stata lenta, riflettendo un contenimento del virus tardive. Ciò significa che la Banca centrale del Giappone non ha fretta di modificare le proprie politiche in nessuna direzione. Anche la Banca d’Inghilterra ha mantenuto invariate le proprie politiche, dovendo affrontare una situazione sempre più scomoda. La crescita ha mostrato alcuni segnali di rallentamento, mentre l’inflazione è in aumento, riflettendo principalmente le pressioni dei costi. Mentre la BoE continua a ritenere appropriato un certo irrigidimento nel suo orizzonte di previsione, al momento è in una modalità di attesa per il momento, mentre monitora gli sviluppi del mercato del lavoro dopo la scadenza del regime di cassa integrazione di emergenza proprio questo mese.