La percezione del livello di alfabetizzazione finanziaria resta bassa nel nostro Paese

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L’educazione finanziaria funziona da anticorpo alla vulnerabilità economica, ma il livello di alfabetizzazione finanziaria resta basso nel nostro Paese e attualmente sono proprio i gruppi finanziariamente più fragili della popolazione italiana, le donne e i giovani, a poter contare meno sulle conoscenze finanziarie.

Sono le considerazioni espresse nella seconda edizione del Rapporto sulla situazione economica e finanziaria e le conoscenze finanziarie delle famiglie italiane realizzato dal Comitato nazionale  per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria insieme a Doxa.

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Quali sono le principali evidenze ?   Dallo studio  emerge che gli Italiani si sentono poco preparati sui concetti finanziari di base;  solo un terzo del campione intervistato ritiene di conoscere i concetti di “tasso di interesse semplice”, “tasso di interesse composto” e “relazione rischio-rendimento”, concetti semplici ma alla base di tante decisioni finanziarie che le famiglie e gli individui sono chiamati a compiere nella loro vita.  La conoscenza è bassa anche sui temi assicurativi e previdenziali.

Gli Italiani non hanno poi fiducia nelle proprie capacità e competenze finanziarie e auspicano interventi concreti in campo formativo per aumentarle: l’88% degli intervistati è favorevole alla sua introduzione a scuola, il 77% nei luoghi di lavoro.

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Il numero di coloro che dichiarano di risparmiare è in aumento (più di 5 punti percentuali rispetto al 2020) ma si rileva una capacità di risparmio disomogenea, sintomo dell’aumento delle diseguaglianze.

I risultati dell’indagine condotta quest’anno confermano poi una associazione positiva tra livello di conoscenza dichiarata e fragilità finanziaria.  Ovvero, la conoscenza è anche in questa seconda indagine strettamente correlata ad alcune variabili esplicative del livello di resilienza e fragilità finanziaria delle famiglie, come la capacità di far fronte a una spesa imprevista o di arrivare a fine mese con il reddito a disposizione. La quota di coloro che arriva a fine mese con difficoltà è più elevata di ben 21 punti percentuali tra gli intervistati con bassa conoscenza (59% vs 38%). La percentuale di coloro che non riuscirebbero a far fronte a una spesa imprevista (probabilmente o con certezza) ovvero che sono finanziariamente fragili, è superiore di ben 19 punti percentuali tra gli intervistati con bassa conoscenza finanziaria (30% vs 11%).

Tra i numerosi cambiamenti portati dalla pandemia, la crescente “digitalizzazione” dei comportamenti appare come uno dei principali tratti caratteristici della cosiddetta nuova normalità.

Il consolidamento della digitalizzazione si traduce in una crescita di 6 punti del ricorso a Internet per la ricerca di informazioni finanziarie, passato dal 44,2% al 51,0%.

La sostenibilità, infine, è un tema noto solo a circa la metà della popolazione; il dato aumenta con la conoscenza finanziaria percepita.