Tre variabili chiave per i BTp: accelerazione del tapering BCE, nuova serie di TLTRO e primi negoziati sulla revisione del patto di stabilità

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Il rialzo del tasso decennale BTP si inquadra in un contesto di trend al rialzo dei tassi nelle aree sviluppate del mondo, come testimoniato dal fatto che l’ammontare globale dei bond a tasso negativo è arrivato a quota 4000Mld$, minimo dal 2015 e ben lontano dal picco record di 18.000 Mld$ di fine 2020.

Il rialzo del tasso decennale sui Btp ha accelerato dopo la riunione BCE del 3 febbraio che ha aperto all’ipotesi di rialzo dei tassi condizionata alla fine del QE. Da allora lo spread decennale Italia verso Germania è passato da 130pb agli attuali circa 165 pb. Ad impattare nel breve sono stati anche fattori più contingenti, tra cui il fatto che a febbraio la BCE ha a disposizione un basso flusso di scadenze da reinvestire, insieme all’assenza di scadenze di titoli governativi medio/lungo termine, che in genere sono di supporto alle nuove emissioni.

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Le recenti dichiarazioni del governatore della banca centrale francese hanno aperto all’ipotesi di fine del QE da ottobre in poi, accelerando nel frattempo la riduzione degli acquisti (il cosiddetto tapering) rispetto a quanto già previsto per il secondo e terzo trimestre. La riunione BCE del 10 marzo assume pertanto un’elevata importanza per comprendere quanto la BCE intenderà accelerare il tapering, che per i Btp significherebbe minore supporto da parte della banca centrale. Allo stesso tempo occorrerà anche verificare se la BCE intende varare una nuova serie di operazioni TLTRO a marzo o nel meeting del 14 aprile, altro fattore importante per i potenziali flussi di acquisto di BTP. Infine, non da ultimo, sarà molto importante anche l’esito dei primi negoziati sulla revisione del patto di stabilità e crescita (sospeso fino a fine 2022), con una prima importante data del 25 marzo, in occasione del Consiglio Europeo.