L’inflazione non colpisce chi ha il potere di determinare i prezzi

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Dopo il boom degli utili nel 2021, gli investitori si aspettavano una loro normalizzazione nel 2022, con una diminuzione delle distorsioni derivanti dalla pandemia. Tuttavia, negli ultimi mesi gli investitori e le aziende si sono trovati di fronte ad una nuova serie di sfide derivanti dall’invasione dell’Ucraina e dalla politica ‘zero-Covid’ della Cina, che peggiorano le prospettive per il ritmo di crescita degli utili societari nella seconda metà del 2022.

Negli ultimi due anni abbiamo assistito ad uno scollamento tra economia e mercato azionario. Le azioni hanno fatto bene, l’S&P500 è salito del 27% nel 2021, ma la valutazione sulla base del rapporto prezzo/utili è leggermente diminuita. Come è possibile? Gli utili stellari, che hanno sorpreso in positivo di circa il 30%. In un contesto di rialzo dei rendimenti, ciò esercita una maggiore pressione sulle valutazioni, in particolare su quelle con flussi di cassa a più lunga duration, come abbiamo visto con molte società tecnologiche e di crescita. Per questo motivo, le valutazioni saranno più importanti rispetto agli ultimi anni e l’attenzione ai margini di profitto sarà fondamentale per gestire l’evoluzione della leadership azionaria.

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Sebbene la crescita degli utili sia inferiore a quella dei trimestri precedenti, a causa di effetti base più severi e di un’attività più debole, la stagione degli utili del primo trimestre è iniziata finora piuttosto bene. Nel momento in cui scriviamo, oltre il 40% delle società dell’S&P 500 ha reso noti i propri risultati, il 79% ha battuto le aspettative sugli utili e ha sorpreso in positivo del 6% in totale. A livello settoriale i risultati sono stati contrastanti, con i settori delle materie prime che hanno registrato le revisioni al rialzo più significative. Le aziende più virtuose hanno registrato una crescita a due cifre e, sebbene la crescita dei ricavi sia sana, il rallentamento degli utili suggerisce che i margini potrebbero aver raggiunto i massimi.

Le pressioni sui costi continuano ad essere al centro dell’attenzione, a causa dell’aumento dei salari e dei prezzi, in linea con gli ultimi trimestri, ma le aziende sono riuscite in gran parte a trasferire le spese più elevate ai clienti. Di conseguenza, i margini di profitto hanno retto. Tuttavia, le aziende che hanno beneficiato del potere di determinazione dei prezzi in un contesto inflazionistico e di restrizione dell’offerta potrebbero essere messe in difficoltà se non riuscissero più a trasferire gli aumenti di prezzo ai consumatori. Ciò è particolarmente vero se il reddito disponibile reale dei consumatori dovesse subire una battuta d’arresto, a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari, o se la Fed dovesse essere troppo aggressiva, provocando una flessione della domanda.

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Inoltre, dopo aver mostrato alcuni segnali di miglioramento all’inizio dell’anno, nelle ultime settimane la situazione data dalle disruption nelle supply chain è diventata nuovamente difficile, a causa della combinazione della guerra in corso in Ucraina e della diffusione della variante Omicron nel pieno della politica “zero-COVID” cinese.

L’inflazione continuerà ad essere un rischio chiave e rappresenta essenzialmente una tassa sul capitale. Questo alza l’asticella del rendimento del capitale, ma non tutte le aziende sono uguali, quindi l’inflazione filtrerà le aziende più deboli e non produttive. Quelle con un chiaro potere di determinazione dei prezzi, in grado di proteggere i margini continuando a trasferire i costi ai consumatori, possono mantenere o addirittura incrementare gli utili, e sono aziende presenti in molti settori, dai beni di consumo ai semilavorati, dai farmaceutici ai finanziari.

I beni di lusso sono un settore che si è dimostrato sorprendentemente resistente alle crisi, avendo subito solo sei flessioni negli ultimi 20 anni. I marchi forti e difficilmente replicabili sono in grado di aumentare i prezzi e di trasferirli ai clienti. Inoltre, è improbabile che il consumatore tipico di beni di lusso subisca direttamente l’impatto dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari e dell’energia, che rappresentano solo una piccola parte delle sue spese.

Sebbene esista una correlazione tra la crescita del PIL globale e la domanda di beni di lusso, e nonostante le preoccupazioni per una recessione incombente all’orizzonte, i bilanci dei consumatori sono in una posizione forte e la leva finanziaria è notevolmente bassa. Negli Stati Uniti, infatti, il rapporto tra liquidità e prestiti per le famiglie è al livello più alto dall’inizio degli anni Novanta. Il contesto rimane interessante per il lusso, che può diventare beneficiario netto di una “riapertura”. Estee Lauder è uno dei migliori produttori di prodotti di bellezza a livello globale: il suo ampio portafoglio di marchi di lusso di alta qualità, la strategia di distribuzione diversificata e le dimensioni del marketing consentono all’azienda di crescere in un mercato globale interessante. Sebbene la domanda a breve termine sia stata messa sotto pressione dalla riduzione dell’afflusso nei negozi e nelle compagnie aeree, una volta che le acque si saranno calmate, ci sarà spazio per l’espansione dei margini, in particolare per il lancio di nuove linee a prezzi più alti, che i consumatori saranno disposti a pagare. Come donna, posso dire che poche di noi cambiano la propria routine di make-up quando c’è una crisi. La fedeltà al brand è una caratteristica duratura.

Anche gli investitori continuano ad avere sete di marchi leader nel settore delle bevande, che tende a essere dominato da pochi operatori con un forte riconoscimento del brand. Coca Cola, ad esempio, gode di una corsia preferenziale grazie alle dinamiche di riapertura e alle azioni di aumento dei prezzi, che dovrebbero portare a revisioni positive degli utili. Nell’attuale contesto, Coca Cola è uno dei titoli più difensivi, grazie al suo modello asset light, all’elevata struttura del margine lordo e alla minore esposizione all’inflazione.

Nell’ambito dei titoli finanziari, le borse hanno una struttura di tipo monopolistico, con elevate barriere all’ingresso, free cash flow significativi e capacità di espandere i margini. Inoltre, tendono a trarre vantaggio in un contesto di elevata volatilità, grazie ai maggiori volumi di scambio.

Mentre le riaperture continuano e il mondo inizia a convivere con il Coronavirus, anche settori come i viaggi e l’aerospaziale offrono opportunità interessanti. C’è molta domanda repressa e c’è spazio in termini di prezzo per soddisfare i viaggiatori esitanti.

Con il rallentamento della crescita, l’inflazione elevata e una pletora di incertezze, la strada da percorrere può sembrare scoraggiante per gli investitori. I consumatori continueranno a sentire il peso dell’aumento dei prezzi e i costi dei fattori produttivi rimarranno probabilmente più alti per le aziende di quanto il mercato abbia attualmente previsto. Ci concentriamo sulle società che possono continuare a migliorare gli utili con la durata dei margini – per coloro che hanno potere di determinazione dei prezzi – ciò potrebbe essere l’antidoto all’inflazione. Come dice Warren Buffett, “La decisione più importante nella valutazione di un’azienda è il potere di determinazione dei prezzi. Se si ha il potere di aumentare i prezzi senza perdere il business a favore di un concorrente, si ha un’ottima azienda”.