La Bce ha fatto il suo lavoro. Per il momento

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Nella prossima riunione del 26 ottobre, la Bce lascerà invariati i tassi di interesse. Al momento la banca centrale non vede alcuna ragione per alzarli ulteriormente: i dati di ottobre e novembre confermeranno un ulteriore calo del tasso d’inflazione dell’Area euro, che nel mese di novembre scenderà a un valore vicino al 3%, sulla spinta degli effetti base. Un anno fa, sono esplosi i prezzi dell’energia sui mercati all’ingrosso, in particolare dell’elettricità e del gas, ma ora questo effetto si è chiaramente invertito.

La Bce può inoltre puntare sulla debolezza dell’attività economica nell’Eurozona e sull’impatto poco chiaro del conflitto che si è riacceso in Medio Oriente.

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Per il momento, la Bce ha fatto il suo lavoro. Nel 2024 si capirà se l’inasprimento della politica monetaria attuato fin qui sarà sufficiente ad ancorare stabilmente l’inflazione al 2%. Un percorso ostacolato dagli elevati aumenti salariali, che rimarranno a un livello superiore al 4% e quindi sicuramente alimenteranno l’inflazione nei prossimi 12-24 mesi. Inoltre, la spesa pubblica rimane elevata e, in alcuni casi, supera gli obiettivi di deficit concordati, aumentando anch’essa la pressione al rialzo sui prezzi.