Listini a picco. Milano perde il 5,96%

redazione -

Il crollo delle borse cinesi scatena le vendite: lunedì nero anche in Europa e Usa

 

Seduta drammatica per i listini internazionali, dopo i crolli con cui le borse cinesi e asiatiche hanno iniziato la settimana: la memoria, e l’ampiezza dei cali, rimandano alle giornate del 2008, all’indomani del crack della banca Lehman Brothers. 

Le prime notizie sono arrivate da Est, con l’indice di Shanghai crollato dell’8,49% (dopo aver toccato un minimo a oltre meno 9%), mentre Hong Kong ha perso il 5,2%, seguita da Tokyo (meno 4,61%) e Sydney (meno 4,3%). 

E fin dalle prime battute anche sulle borse europee si sono scatenate le vendite. Alla fine in piazza Affari l’indice Ftse Mib ha lasciato sul terreno il 5,96% (meno 5,3% l’AllShare), leggermente al di sopra dei minimi di seduta. Il peggio, a Milano e in Europa, è arrivato quando anche Wall Street ha aperto con i principali indici in caduta libera: piazza Affari è arrivata a perdere il 7%, con metà listino sospeso per eccesso di volatilità. Un segno di quale fosse la preoccupazione, alla borsa di New York, è stato l’annuncio che le contrattazioni sarebbero state sospese per un quarto d’ora se le perdite fossero arrivate al 7%, e alla chiusura per l’intera giornata in caso di un crollo del 20%. In realtà non si è arrivati a quei livelli, anche se i cali di Nasdaq e Dow Jones sfiorano, al momento della chiusura delle borse europee, il 3%. 

Peggio hanno fatto Parigi (meno 4,3%), Londra (meno 3,9%) e Francoforte (meno 3,6%), anche se il record negativo è di Atene, giù di oltre il 10%.

In piazza Affari non si è salvato ovviamente nessun comparto, ma le perdite più pesanti, nel paniere principale, riguardano alla fine i petroliferi, con Eni a meno 8% e Tenaris a meno 9,6%. Il prezzo del greggio ha segnato oggi nuovi minimi, con il Wti a 37,75 dollari al barile e il Brent a 43,13 dollari.  

Sulle banche, oltre ai sell off generalizzati, pesa un allargamento dello spread Btp-Bund, salito a 134 punti base. Nel Ftse Mib i maggiori ribassi del comparto sono per Banca Mps (meno 7%), Unicredit (meno 6,3%) e Intesa Sanpaolo (meno 6,1%).

Molto male anche Fiat Chrysler, a meno 7,76%. Tra i peggiori troviamo inoltre i titoli del lusso: Luxottica (meno 7%), Yoox (meno 6,8%) e Salvatore Ferragamo (meno 6,4%).

Sul mercato valutario, in netto rialzo l’euro, che ha chiuso a 1,1583 dollari, il livello più alto degli ultimi sette mesi, con un massimo di giornata a 1,1711 dollari.