Nuovi record per le rinnovabili

di redazione -

Nel 2015 gli investimenti sono cresciuti del 5%, arrivando a 286 miliardi di dollari. E per la prima volta i paesi in via di sviluppo hanno speso di più rispetto alle economie avanzate

L’energia prodotta da carbone e gas nel 2015 ha attirato meno della metà degli investimenti in energie rinnovabili. Investimenti che, grazie a una crescita del 5% rispetto al 2014, hanno segnato un nuovo record, arrivando a 285,9 miliardi di dollari: 7,4 miliardi più rispetto al precedente record, risalente al 2011.

A testimoniare la crescita delle energie rinnovabili è il report “Global trends in renewable energy investment 2016”, decima edizione dello studio pubblicato dall’Unep, il programma ambientale delle Nazioni unite e dalla Frankfurt School. 

Dal 2004, aggiunge lo studio, il mondo ha investito 2.300 miliardi di dollari in energie rinnovabili (tutte le cifre citate escludono il settore dei grandi impianti idroelettrici).

Uno dei dati più significativi del rapporto riguarda i paesi in via di sviluppo, i cui investimenti nelle rinnovabili, nel 2015, sono cresciuti del 19% superando, per la prima volta, quelli dei paesi sviluppati (dove sono calati dell’8%).

Ancora più significativa la crescita di potenza installata: fotovoltaico ed eolico assieme hanno totalizzato 118 Gw, 14 in più rispetto al precedente record, del 2014.

A livello mondiale le rinnovabili hanno pesato per il 53,6% di tutta la nuova potenza installata nel 2015, superando per la prima volta la crescita delle altre fonti.

Dal punto di vista ambientale, poi, nel 2015 le rinnovabili, calcola lo studio, hanno consentito di risparmiare oltre 1,5 miliardi di tonnellate di emissioni di Co2.

Tutti i dati dimostrano che sta cambiando strutturalmente il mercato delle energie. Ma, avvertono gli autori del report, le rinnovabili rappresentano ancora una parte minoritaria della capacità elettrica mondiale: circa un sesto, il 16,2%, contro il 15,2% del 2014.

“Nonostante gli ambiziosi segnali della Cop 21 di Parigi, e la crescita della capacità installata di energie rinnovabili, c’è ancora molta strada da fare”, sottolinea Udo Steffens, presidente della Frankfurt School. “Le centrali elettriche convenzionali come quelle a carbone hanno un ciclo di vita lungo, e senza ulteriori interventi politici, le emissioni di carbonio continueranno a crescere per almeno un altro decennio”.

Il crollo del prezzo del carbone, del petrolio e del gas, inoltre, rende più interessante la produzione di elettricità da fonti convenzionali. “Ma gli impegni presi da tutti i paesi al summit sul clima di Parigi di dicembre richiedono un sistema di elettricità con un contenuto di carbonio molto basso, se non pari a zero”, conclude Steffens.