Petrolio, Mosca congela la produzione

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Le compagnie locali nel 2016 manterranno i livelli estrattivi di gennaio scorso. Che, tuttavia, proprio all’inizio dell’anno viaggiavano ai massimi storici

La Russia ha deciso di congelare la sua produzione di petrolio ai livelli di gennaio 2016. Lo riferisce l’agenzia Tass che cita il presidente Vladimir Putin come fonte della notizia.

“Ci siamo incontrati con i vertici delle nostre compagnie petrolifere”, ha detto Putin riferendosi all’incontro di ieri con i big player russi, aggiungendo: “In generale, è stato raggiunto un accordo sul fatto che manterremo la produzione di petrolio nel 2016 al livello di gennaio di quest’anno”.

Un contingentamento della produzione era nelle intese raggiunte con l’Opec il 16 febbraio scorso, quando con un mini vertice a Doha, Mosca aveva preso accordi in tal senso con tre stati dell’Opec, tra cui l’Arabia Saudita, primo produttore globale. Ad oggi i Paesi che hanno accettato di aderire a questa operazione sarebbero più di 15, secondo quanto riferito dal ministro dell’energia russo Alexander Novak.

L’intesa odierna a Mosca è stata raggiunta con i vertici delle compagnie Rosneft, Lukoil, Bashneft, Surgutneftegaz, Tatneft, Gasprom Neft e Compagnia petrolifera indipendente che in cambio del “congelamento” hanno chiesto al Cremlino stabilità dal punto di vista fiscale.

In realtà, secondo molti osservatori, gli effetti dell’accordo sarebbero inesistenti o quasi, perché a gennaio la produzione russa di petrolio ha toccato i massimi storici raggiungendo quota 10,91 milioni di barili, a fronte dei 10,88 milioni registrati a febbraio. E secondo i tecnici difficilmente Mosca potrebbe comunque aumentarla ulteriormente.

Inesistenti, almeno per il momento, anche gli effetti del “congelamento” sui prezzi del barile. Il petrolio Wti è stabile a 33,9 dollari al barile e il Brent a 36,7 dollari.