Chiusura pesante per piazza Affari. Giù Fca, Banco popolare ed Eni

di redazione -

L’indice Ftse Mib termina la settimana con un ribasso dell’1,88%. Di nuovo in calo il petrolio

Finale di settimana in ribasso per le borse europee, e in particolare per Milano che lascia sul terreno l’1,88%. Cali di oltre l’1% anche per Francoforte (meno 1,7%) e Parigi (meno 1,5%), mentre Londra termina in flessione di circa mezzo punto percentuale. Nella prima ora di scambi è invece in lieve rialzo Wall street.

Torna a perdere pesantemente terreno il petrolio: il Brent viaggia intorno ai 38,5 dollari al barile, mentre il Wti è sceso sotto i 37 dollari. L’Arabia Saudita ha fatto sapere che congelerà la produzione solamente se lo farà anche l’Iran: un’ipotesi alquanto improbabile dato che Teheran è appena uscita dall’embargo.

Si è rafforzato ulteriormente l’euro, che termina la settimana a 1,1360 contro il dollaro.

Sui mercati obbligazionari, calano sia il rendimento del Btp decennale (1,23%) sia quello del Bund tedesco: lo spread segna così un valore di 108 punti base.

Tra i maggiori titoli di piazza Affari, la maglia nera va oggi a Fiat Chrysler Automobiles (meno 4,86%). Il gruppo ha annunciato i dati delle vendite negli Stati uniti, cresciute in marzo dell’8%, ma con un forte calo per i marchi Chrysler e Fiat. Male anche Cnh (meno 4,35%).

I bancari archiviano l’ennesima giornata pesante. Banco Popolare cede il 4,63%, Unicredit il 2,2% e Intesa Sanpaolo il 2,75%. Fa eccezione Banca Carige (più 2,72%), dopo la nomina del nuovo consiglio di amministrazione, presieduto da Giuseppe Tesauro, con Vittorio Malacalza come vice presidente.

In rosso i petroliferi: Eni cede il 3,83%, Saipem il 2,27% e Tenaris l’1,19%.

Tra i peggiori del Ftse Mib anche Telecom Italia (meno 3,48%).

In controtendenza il comparto del risparmio gestito, già positivo ieri; in buon rialzo soprattutto Azimut (più 3%) e Anima Holding (più 2,33%).