La Brexit può costarci un miliardo di export

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Lo ha calcolato Prometeia e il conto sarebbe su base annua. Ma sarebbe pari comunque “solo” allo 0,25% delle esportazioni italiane nel mondo

Dopo la sbronza dei sondaggi che davano in vantaggio il “remain”, ed era appena ieri, ora piovono conti e statistiche su quanto ci costerà la Brexit, affermatasi a sorpresa (si fa per dire) stamattina.

Uno di questi è firmato Prometeia e misura in un miliardo all’anno la perdita del nostro export verso la Gran Bretagna.
In una nota pubblicata stamattina, la società di consulenza scrive che, anche ipotizzando un aggravio contenuto, il dazio medio applicato alle imprese italiane potrebbe essere superiore al 5% del valore esportato.
“Immaginando che le imprese italiane mantengano invariati i prezzi in euro e si facciano carico del dazio, il Brexit potrebbe costare nel complesso più di un 1 miliardo di euro”, pari comunque “solo” allo 0,25% dell’export italiano nel mondo, si legge nella nota.

Prometeia sottolinea che la forte specializzazione dell’export italiano verso il Regno Unito nei settori della meccanica, della farmaceutica e dei mezzi di trasporto (circa un quarto del totale) dovrebbe rendere “meno stringente” l’effetto della Brexit proprio per le imprese della media e alta tecnologia.

Potrebbero essere invece più penalizzati, sempre secondo la società bolognese, i settori del ‘made in Italy’ tradizionale, con perdite di export stimate in 420 milioni per l’alimentare e in 200 milioni per la moda.

Sul versante valutario, poi, Prometeia rileva che la svalutazione della sterlina potrebbe rappresentare per l’offerta italiana un “rilevante, seppur temporaneo, svantaggio competitivo”, sia in termini di competitività sul mercato britannico, sia in altri paesi dove le aziende italiane e britanniche sono in competizione, anche se su quest’ultimo punto i due paesi “non presentano elevati punti di attrito”.