Banche “salvate”, primi rimborsi

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Soltanto 20 le pratiche concluse, per risparmiatori che avevano investito non più di 20 mila euro in bond subordinati di Etruria, Marche, Carife e Carichieti

Il fondo interbancario di tutela dei depositi ha liquidato le prime 20 pratiche, relative ad altrettanti risparmiatori che si erano visti azzerare gli investimenti effettuati in obbligazioni subordinate delle quattro banche fallite e “salvate” quasi un anno fa, ovvero Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti.

“Per la maggior parte”, ha spiegato Salvatore Paterna, vice direttore generale del fondo, “si tratta di piccolissimi risparmiatori di Banca Etruria”, che partivano da un investimento iniziale in media non superiore a 20mila euro. Sono circa 180 le domande pronte per essere liquidate, su un totale di quasi 800.

Il salvataggio delle quattro banche risale al dicembre 2015, quando un decreto del governo, alla vigilia dell’entrata in vigore della legge sul “bail in”, azzerò il valore delle azioni e delle obbligazioni subordinate, e costituì le quattro “good banks” nella quali far affluire gli attivi e le parti sane degli istituti di credito. I piccoli risparmiatori che avevano sottoscritto, senza conoscerne il rischio, le obbligazioni subordinate emesse dalle quattro vecchie banche, si videro azzerare l’investimento. Nella legge di Stabilità fu istituito un fondo di solidarietà, per risarcire, entro un massimo dell’80% dell’investimento iniziale, i risparmiatori. 

L’avvio dei rimborsi però non soddisfa gli ex obbligazionisti né le associazioni di consumatori, che lamentano non soltanto la lentezza con cui procede l’operazione, ma anche e soprattutto la mancanza del decreto attuativo che consenta di ricorrere all’arbitrato.

“Come può un risparmiatore decidere consapevolmente tra indennizzo automatico ed arbitrato se ancora mancano tutti gli elementi per poter scegliere?”, chiede Massimiliano Dona, segretario nazionale dell’Unione nazionale consumatori. “Un fatto di una gravità inaudita se si considera che il ricorso forfettario all’80% esclude automaticamente la possibilità di accedere all’arbitrato”.