Risparmio, secondo trimestre in frenata per i fondi

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Riscatti su monetari e azionari. Raccolta totale positiva grazie alle gestioni individuali

Decisa frenata, nel secondo trimestre del 2016, per l’industria italiana del risparmio gestito. Nel periodo aprile-giugno, secondo i dati comunicati oggi da Assogestioni, la raccolta è stata positiva per meno di un miliardo (935 milioni), contro i 27,5 miliardi del trimestre precedente.

Per quanto riguarda i fondi comuni, i riscatti hanno prevalso sulle nuove sottoscrizioni per un miliardo, e il dato complessivo è positivo solo grazie alle gestioni patrimoniali, che hanno raccolto circa 1,9 miliardi.

Tra i fondi, a essere penalizzati dai sottoscrittori sono soprattutto i monetari, che chiudono il trimestre in rosso per 7 miliardi di euro. Saldo negativo anche per gli azionari (meno 2,7 miliardi), mentre il segno più riguarda i flessibili (4,6 miliardi di raccolta), gli obbligazionari (3,7 miliardi) e i bilanciati (600 milioni).

Nel primo semestre la raccolta complessiva (fondi e gestioni) è stata pari a 28,4 miliardi, e il patrimonio, al 30 giugno, ha superato i 1.871 miliardi di euro, arrivando vicino ai massimi storici. Gli asset investiti nei fondi di investimento sono pari a 895 miliardi, il 47,8% del totale gestito dall’industria del risparmio.

A livello di gruppi, spicca il risultato negativo di Generali, che ha chiuso il trimestre con un saldo, tra raccolta e riscatti, in rosso per oltre 9 miliardi, quasi interamente (7,9 miliardi) riferiti ai fondi di investimento. In un comunicato, Generali spiega tuttavia che il dato non è da mettere in riferimento con una fuga dei risparmiatori, ma “è dovuto principalmente ad operazioni infragruppo”. In pratica, a riscatti dai fondi monetari da parte di società del gruppo che li utilizzano come parcheggio per la liquidità.

In rosso anche Allianz (meno 0,5 miliardi) e Axa (meno 0,4 miliardi).

Bene invece Poste Italiane (più 4,6 miliardi), Intesa Sanpaolo (più 3,3 miliardi) e gruppo Ubi (più 1,5 miliardi). Si fermano poco sotto il miliardo di raccolta positiva Amundi, Azimut e Anima.