Pensioni: tutte le novità della legge di Bilancio

di Walter Quattrocchi -
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Aumentato lo stanziamento a carico dello Stato. E il limite di reddito per l’Ape “social” sale a 1.500 euro

Salgono a 7 miliardi, dai 6 previsti in precedenza, gli stanziamenti con cui il Governo finanzierà le nuove regole in materia previdenziale per i prossimi tre anni: la modifica consente di innalzare la soglia di reddito mensile per l’assegno anticipato gratuito (Ape social) da 1.350 euro lordi a 1.500 euro.
Questa è la novità sulle pensioni, che è stata inserita in extremis dal Governo con la presentazione della legge di bilancio 2017.
Ecco ciò che prevede il pacchetto pensioni contenuto nella manovra.

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7 miliardi in tre anni
L’operazione triennale complessiva sulle pensioni prevede la spesa per la finanze dello Stato di 1,9 miliardi nel 2017, 2,5 miliardi nel 2018 e 2,6 miliardi nel 2019.

Quattordicesima
I 2 milioni di pensionati che già la ricevono a luglio, perché percepiscono un assegno mensile inferiore a 750 euro, avranno un aumento del 30% (100-150 euro), che porterà il loro assegno a quota 437/546/655 euro a seconda che abbiano 15, 25 o più di 25 anni di versamenti.
Inoltre è previsto che la quattordicesima venga estesa anche a una nuova fetta di pensionati il cui assegno mensile è compreso tra 750 e mille euro. Si tratta di altre 1,2 milioni di persone, a cui andranno 336 euro, 420 euro o 504 euro, sempre tenendo conto dei tre scaglioni contributivi.

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No tax area
La no tax area per i pensionati over 75 viene equiparata a quella dei lavoratori dipendenti e portata a 8.125 euro.

Ape social
Dal 1° maggio 2017 le persone in situazione di difficoltà come disoccupati, disabili e parenti di primo grado e conviventi di disabili, ma anche le persone impegnate in attività gravose con almeno 63 anni di età potranno chiedere l’Ape agevolata, un reddito ponte interamente a carico dello Stato per gli anni (al massimo tre anni e sette mesi) che mancano per raggiungere la pensione di vecchiaia anticipata.
Bisogna avere però almeno 30 anni di contributi se disoccupati o disabili e 36 se si è impegnati in attività faticose (di cui gli ultimi sei accreditati su queste attività).
Il tetto massimo di reddito per l’agevolazione sarà di 1.500 euro lordi: oltre questa cifra si pagherà come se si chiedesse un prestito.

Gli altri lavoratori che compiono 63 anni di età possono andare in pensione tre anni e sette mesi prima ricorrendo all’Ape di mercato, all’Ape aziendale o all’Ape con Rita.

Precoci
Potranno uscire con 41 anni di contributi i lavoratori che hanno 12 mesi di contributi versati prima dei 19 anni di età, nel caso siano disoccupati senza ammortizzatori sociali, disabili o rientrino nelle categorie previste per l’Ape social.
Saranno eliminate le penalizzazioni sul trattamento pensionistico per coloro che escono prima dei 62 anni di età.

Lavori usuranti
Sarà resa più semplice e anticipata l’uscita per chi è stato impegnato a lungo in attività usuranti.
Basterà soddisfare almeno uno di due requisiti: metà della vita lavorativa impegnata in queste attività o sette anni di attività usuranti negli ultimi dieci di attività (senza il vincolo di averle svolte nell’ultimo anno di lavoro).
L’anticipo sarà di un anno e quattro mesi, senza finestra mobile di 12/18 mesi e adeguamento alla speranza di vita.

Cumulo gratuito dei contributi
Si potranno cumulare i contributi previdenziali maturati in gestioni pensionistiche diverse, ivi inclusi i periodi di riscatto di laurea, sia ai fini della pensione di vecchiaia sia di quella anticipata.
L’assegno pensionistico sarà calcolato non con il sistema contributivo, come per la totalizzazione, ma pro rata, con le regole di ciascuna gestione.