Milano chiude sopra la pari. Recupera Mps

-

L’indice Ftse Mib termina a più 0,11%. In verde Ferragamo, Saipem, Unicredit e Stm

Chiusura in lievissimo rialzo per la Borsa milanese, che termina la settimana con un rialzo dello 0,11% dell’indice Ftse Mib. Positive di poco anche le altre borse europee (più 0,3% Parigi e Francoforte, più 0,1% Londra), mentre New York, alla chiusura degli scambi nel vecchio continente, viaggia sulla parità.

L’euro recupera terreno contro il dollaro, rispetto ai minimi toccati ieri a 1,0366, ma resta su livelli estremamente bassi a 1,0450 circa.

In rialzo lo spread Btp-Bund, salito a 157 punti base; il decennale italiano rende l’1,90%. 

In piazza Affari chiude in positivo Banca Mps (+1,3%), che recupera nel finale dopo una giornata all’insegna dei ribassi. Ieri Consob ha dato il via libera all’estensione della conversione in azioni delle obbligazioni subordinate dei piccoli risparmiatori, che hanno tempo per decidere fino al 21 dicembre. Autorizzato anche l’aumento di capitale, da lunedì 19 a venerdì 23 dicembre. Dal prospetto informativo presentato dalla banca senese per la conversione dei bond emerge anche una emorragia dei depositi: dalla fine di settembre al 13 dicembre i correntisti hanno prelevato 6 miliardi di euro, di cui 2 miliardi successivamente al 4 dicembre, data del referendum costituzionale. Dall’inizio dell’anno i flussi in uscita sono stati pari a 20 miliardi.

Tra i bancari bene anche Unicredit, Popolare Milano e Banco Popolare. Nel listino completo, pesante Popolare Sondrio, che cede il 6,5% dopo che il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso per bloccare la trasformazione in Spa: la decisione dei giudici è rinviata al 12 gennaio e fino ad allora l’operazione resta di fatto sospesa.

Tra i titoli del Ftse Mib il più brillante è oggi Salvatore Ferragamo (+2,90%), seguita, a breve distanza, da Saipem (+2,88%).

Poco mossa oggi Mediaset (-0,51%) dopo le ultime, turbolente giornate. Secondo l’Autorità garante per le comunicazioni, la concentrazione nelle mani di un soggetto di Mediaset e Telecom Italia, che Vivendi sta cercando di realizzare si scontra con il divieto al superamento dei tetti di controllo previsto dalla legge. Vivendi è azionista di maggioranza di Telecom con il 24,68% e ha raggiunto una quota superiore al 20% in Mediaset.