Banche, sì alla pubblicazione dei nomi dei debitori

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Così il Garante della privacy circa l’identità delle aziende insolventi che hanno contribuito ad affondare alcuni istituti di credito. Cautela invece per le persone fisiche

Le richieste che da più parti – televisioni, giornali e anche l’Abi – giungono affinché si rendano noti i nomi dei debitori insolventi di diverse banche costrette al salvataggio di Stato trovano una sponda autorevole nel garante della Privacy.
L’Authority si è infatti espressa favorevolmente circa la pubblicazione dei nomi delle aziende insolventi colpevoli del fallimento delle loro banche o di avere costretto lo Stato e i risparmiatori a intervenire per salvarle dalla risoluzione europea.

Pubblicare i nomi dei debitori insolventi è possibile nel caso di imprese mentre occorre maggiore cautela quando si parla di persone fisiche, ha detto il garante.
Antonello Soro, presidente dell’Authority, ha spiegato che le persone giuridiche non godono più dal 2011 di alcuna tutela sotto il profilo della privacy.
Diverso è invece il caso di una persona fisica.

“Nell’ipotesi in cui si volesse derogare a questa legittima aspettativa, un’eventuale modifica legislativa non dovrebbe comunque contrastare con la disciplina europea a tutela della riservatezza e dovrebbe circoscrivere adeguatamente l’eccezionalità dei presupposti per determinare la deroga”, si legge in una nota.
Il Garante così continua: “Sarebbe sicuramente spropositato privare della garanzia della riservatezza ogni cittadino che si rivolga a una banca per chiedere un semplice prestito”.

Come è noto, lo Stato ha deciso di impegnare circa 6,6 miliardi per ricapitalizzare Banca Mps e indennizzare i risparmiatori che hanno sottoscritto obbligazioni subordinate della banca e lo farà attraverso un decreto che disciplina l’operazione, che sarà da domani all’esame del Senato, in commissione Finanze.