Oxford Economics: la ripresa italiana continua, con il PIL visto crescere dell’1.6% nel 2017 e dell’1.4% nel 2018

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In un contesto di forte crescita economica a livello europeo, l’economia italiana continua a mostrare segni di una ripresa solida.

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A seguito del dato di stamattina, con il PIL in crescita dello 0.5% nel terzo trimestre e dell’intonazione positiva delle surveys ci aspettiamo una crescita del PIL dell’1.6% nel 2017 e dell’1.4% l’anno prossimo.

L’ISTAT stamattina, nella pubblicazione dei dati flash di contabilità nazionale, ha certificato che il PIL è cresciuto dello 0.5% nel terzo trimestre del 2017, in linea con le nostre attese. Questo dato si inserisce in un contesto positivo congiunturale, dopo lo 0.3% del secondo trimestre e lo 0.5% del primo trimestre.

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Mentre la composizione verrà pubblicata solamente tra un paio di settimane, ci attendiamo un contributo positivo dalla domanda interna. I consumi sono stati supportati da un robusto mercato del lavoro mentre gli investimenti dagli incentivi sugli investimenti ad alto capitale e dalla ripresa in atto.

L’ISTAT ha inoltre certificato che anche la domanda netta estera è stata positiva dopo il calo nel secondo trimestre.

Sebbene il gap con gli altri paesi dell’eurozona rimanga (nello stesso periodo la Germania è cresciuta dello 0.8%, cosi come la Spagna, mentre la Francia dello 0.5%) questo gap di crescita è diminuito negli ultimi anni.

Le ultime surveys rimangono positive (il PMI manifatturiero è ai massimi dal 2011, così come gli indici di fiducia dell’ISTAT) e suggeriscono che questo periodo positivo possa continuare anche nei prossimi mesi. In un contesto globale di crescita che sembra destinato a perdurare anche nei prossimi trimestri, ci aspettiamo che la crescita italiana rimanga solida anche per il quarto trimestre ed il primo trimestre dell’anno prossimo.

I rischi per le prospettive di crescita nell’economia italiana sono leggermente al rialzo. Il forte slancio congiunturale, evidenziato dalla recente evoluzione degli indicatori del clima di fiducia (non solo a livello italiano, ma anche europeo), potrebbe dar luogo a ulteriori sviluppi positivi.

I rischi al ribasso rimangono principalmente riconducibili a fattori di carattere interno. L’incertezza politica in concomitanza con le elezioni politiche dell’anno prossimo potrebbe avere effetti negativi sulla fiducia e sui mercati finanziari.

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