L’Ivass promuove il restyling delle polizze rivalutabili

Roberto Carli -

La direzione è quella di un restyling delle polizze rivalutabili per consentire a questo strumento, amatissimo dai risparmiatori così come sottolineato dal Presidente dell’Ivass Salvatore Rossi rappresentano in media oltre l’80 per cento degli attivi del patrimonio delle compagnie vita, di recuperare appeal.

In questa prospettiva l’Autorità di Vigilanza ha avviato, fino al prossimo 15 dicembre, una pubblica consultazione avente ad oggetto le modifiche alla regolamentazione in materia di gestioni separate cui sono collegate le tradizionali polizze vita rivalutabili

L’intervento è volto all’ammodernamento delle regole di funzionamento delle gestioni separate, la cui disciplina è rimasta nella sostanza invariata dalla fine degli anni ’80, e si fonda sulla duplice esigenza di tener conto dei mutamenti intervenuti negli ultimi anni, caratterizzati da una prolungata fase di tassi di interesse eccezionalmente bassi, da cambiamenti significativi delle regole prudenziali, da diffusa innovazione di prodotto ed al contempo di valorizzare queste polizze, particolarmente apprezzate dagli assicurati perché coniugano la garanzia di un rendimento minimo con eventuali extra-rendimenti e prestazioni assicurative.

Nelle intenzioni dell’Ivass, vi è l’obiettivo di stimolare un ritorno all’offerta di polizze tradizionali . essendo storicamente particolarmente apprezzate dagli assicurati perche’ coniugano la garanzia di un rendimento minimo con eventuali extra-rendimenti e prestazioni assicurative. Le modifiche proposte, viene sottolineato, non abrogano le regole vigenti, ma da un lato consentono l’offerta di nuove tipologie di polizze rivalutabili e dall’altro arricchiscono l‘insieme dei prodotti tradizionali di nuove leve gestionali.

In particolare per i nuovi prodotti si introducono nuove disposizioni per la determinazione del tasso medio di rendimento della gestione separata. Le attuali regole di determinazione del tasso medio di rendimento delle gestioni separate che prevedono l’attribuzione alla chiusura del periodo di osservazione delle plusvalenze realizzate e delle minusvalenze sofferte, sottolinea l’Ivass, non consentono all’impresa di accantonare gli utili ottenuti in periodi economici favorevoli per attribuirli agli assicurati in periodi meno favorevoli.

L’attribuzione di tutte le plusvalenze al rendimento della gestione separata nell’anno stesso di realizzo può determinare, inoltre, per gli assicurati facenti parte della gestione separata in quell’anno, l’attribuzione di un rendimento di entità sproporzionata rispetto a quello che potrà essere riconosciuto in futuro agli assicurati esistenti o che accederanno alla gestione separata. In sintesi, l’attuale disciplina per il calcolo del tasso medio di rendimento potrebbe non consentire, in alcuni contesti di mercato, il pieno rispetto del principio che richiede alle imprese di garantire nel tempo un’equa partecipazione degli assicurati ai risultati finanziari della gestione separata .

Si consente allora alle imprese di prevedere, per i nuovi contratti, modalità di determinazione del tasso medio di rendimento che tengano conto dell’accantonamento delle plusvalenze nette realizzate in un apposito “fondo utili”.

Tale fondo ha natura di riserva matematica e concorre alla determinazione del tasso medio di rendimento in un tempo massimo di otto anni dalla data in cui le plusvalenze nette sono state accantonate. Si interviene poi sull’utilizzo dei derivati.

Le attuali disposizioni obbligano l’impresa a riconoscere nel corso del periodo di osservazione gli utili e le perdite eventualmente conseguiti a seguito dell’utilizzo di strumenti derivati che richiedono rinegoziazioni periodiche infra-annuali.

L’intervento normativo si propone di introdurre una deroga alla regola di calcolo del tasso medio di rendimento delle gestioni separate che consenta di sospendere la contabilizzazione degli utili e delle perdite derivanti dalla negoziazione periodica (tipicamente infra-annuale) di particolari tipologie di strumenti derivati, iscrivendo i proventi netti in una posta rettificativa del risultato finanziario di periodo fino alla chiusura dell’operazione.