Le banche centrali di quattro potenze del G10 restano in stand-by

Jeremy Gatto -
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Anche se era più che prevedibile che la BCE, la BoE, La Banca Nazionale Svizzera e la banca Centrale Norvegese decidessero di lasciare invariati i tassi di interesse, è interessante notare come tutte abbiamo rivisto al rialzo le previsioni inflazionistiche per il 2018.

Il che è perfettamente in linea con il nostro outlook sul prossimo anno, poiché ci aspettiamo che le pressioni inflazionistiche non lascino alle banche centrali altra scelta se non quella di accelerare il processo di normalizzazione. Nonostante quest’anno abbia rappresentato senz’altro un passo importante in questa direzione, gli annunci odierni dimostrano che gli Stati Uniti agiscono, mentre molte altre banche centrali si limitano alle parole, fatta eccezione per la BoE e la BoC che hanno premuto il grilletto già alcuni mesi fa.

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Lato asset allocation, manteniamo una duration sottopesata e siamo lunghi sui bilanciamenti dell’indice dei prezzi al consumo, che dovrebbero trarre beneficio dalle aspettative inflazionistiche in rialzo e dalla normalizzazione delle politiche delle banche centrali. Sul mercato valutario, lo Yen giapponese e l’Euro rimangono attractive nel lungo periodo, favoriti dal fatto che le politiche monetarie adottate dalle banche centrali del G10 convergeranno verso quella della Fed. Inoltre entrambe le valute appena menzionate presentano opportunità di diversificazione interessanti in condizioni di mercato avverse.


 Jeremy Gatto – Investment Manager del fondo multi asset Navigator – Unigestion

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