Posizionamento post rimbalzo

Matteo Ramenghi -

La correzione di fine 2018 è stata seguita da un rapido recupero delle borse. Nel complesso, le valutazioni del mercato azionario sono ancora interessanti

La crescita economica globale procede a un ritmo di poco inferiore al 2018. Molte aree economiche presentano una decelerazione, mentre gli emergenti, in particolar modo il Sud America, beneficiano di un maggior impulso. I dati economici suggeriscono che il rischio di una recessione globale nel corso del 2019 resta molto basso, benché la forte incertezza politica – dal protezionismo alla politica italiana, passando per la Brexit – abbia portato molte aziende in Europa a rimandare investimenti in nuova capacità produttiva, creando una temporanea battuta d’arresto dell’economia.

Dopo la correzione di fine 2018, le borse hanno beneficiato di un rapido recupero. Da inizio anno, l’azionario globale ha registrato una performance di oltre 9 punti percentuali. Minori timori circa l’economia globale, l’aspettativa di un accordo sugli scambi commerciali tra Stati Uniti e Cina e un atteggiamento più accomodante da parte delle banche centrali hanno fornito un buon supporto ai mercati.

Nel complesso le valutazioni dell’azionario restano ancora interessanti e lasciano spazio a ulteriori potenziali recuperi. Abbiamo una preferenza per l’azionario globale, canadese ed emergente sulla base delle valutazioni e delle aspettative di crescita. Siamo, invece, cauti sul mercato azionario svizzero, per via delle valutazioni molto elevate, e su quello britannico a medio termine, per le ripercussioni della Brexit.

Confermiamo un sottopeso sui titoli di Stato con un rating elevato perché riteniamo che i rendimenti a lungo termine possano salire nel corso dell’anno, portando a una correzione dei valori di mercato. Abbiamo tuttavia una posizione in sovrappeso, in un’ottica di medio termine, sull’obbligazionario emergente in valuta forte, in considerazione dei buoni rendimenti offerti e del profilo di rischio che riteniamo accettabile.

I rendimenti delle obbligazioni corporate high yield sono elevati e meritano attenzione. Si tratta, però, di investimenti particolarmente vulnerabili in caso di rallentamento del ciclo economico e, soprattutto per quanto riguarda gli Stati Uniti, ci aspettiamo che gli spread possano aumentare. Inoltre, si tratta di obbligazioni che possono risentire di minore liquidità nelle fasi di elevata volatilità. Per questo, nonostante gli alti rendimenti, abbiamo un posizionamento neutrale.

Come più volte discusso, ci aspettiamo che la volatilità delle borse resti elevata nel corso dell’anno. Ciò non si traduce necessariamente in un freno alle performance, ma richiede una gestione attenta del rischio. Da questo punto di vista, manteniamo nei nostri portafogli diverse posizioni anticicliche come quella sullo yen, che tende a rafforzarsi nelle fasi di volatilità dei mercati, e un’opzione put sull’indice S&P 500.

La divergenza tra le politiche economiche di Norvegia e Svizzera, con la prima che continuerà ad alzare i tassi e la seconda che resta ostaggio dell’eurozona, ci porta a sovrappesare la corona contro il franco. Infine, sovrappesiamo il dollaro canadese contro quello australiano per via del diverso contesto economico e, nello specifico, della contrazione dei prezzi immobiliari in Australia.


Matteo Ramenghi – Chief Investment Officer – UBS WM