Cybersecurity: un mercato promettente

Guy de Blonay -
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L’incidenza e la gravità degli attacchi informatici ha subito un’accelerazione, con un conseguente aumento di più del 60% del costo medio a carico delle imprese per farvi fronte.

Il settore finanziario globale è protagonista di un’evoluzione sempre più rapida e irreversibile verso l’innovazione. Le banche stanno già investendo molto in nuove tecnologie al fine di stare al passo con la rapida rivoluzione digitale in atto in tutto il mondo. La digitalizzazione si è già dimostrata estremamente vantaggiosa per le banche e i loro clienti, rendendo possibile l’utilizzo di strumenti quali i big data, l’intelligenza artificiale e la blockchain, i pagamenti contactless e i servizi di mobile finance. Tuttavia, ciò comporta un notevole svantaggio ovvero la rapida crescita della criminalità informatica.

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È quindi importante che la sicurezza informatica sia riconosciuta come parte integrante del tema dell’innovazione finanziaria; senza di essa, lo sviluppo della moneta elettronica, dei big data e dei sistemi di pagamento senza contanti non potrebbe del resto avere luogo. Man mano che il mondo diventa sempre più digitalizzato, il settore dei servizi finanziari deve tenere testa all’evoluzione della criminalità informatica, altrimenti rischia di subire gravi conseguenze.

Servizi finanziari sotto tiro

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Non sorprende che il settore dei servizi finanziari sia uno dei principali target del cybercrimine. La grande quantità di dati e informazioni finanziarie dei clienti, in particolare, rende le banche il bersaglio più ovvio per i criminali. Secondo una ricerca di WebSense, le società di servizi finanziari sarebbero colpite da problemi legati alla sicurezza con una frequenza superiore del 300% rispetto alle aziende di altri settori[1].

I cyber-attacchi sono anche molto più costosi per le società di servizi finanziari. Il costo medio della criminalità informatica per le aziende del settore è aumentato passando da 12,97 milioni di dollari per azienda nel 2014 a 18,28 milioni di dollari nel 2017: un valore assai più alto del costo medio di 11,7 milioni di dollari per azienda negli altri settori (Fonte: Accenture e Ponemon Institute 2018)[2]. Ci si aspetta che il peso finanziario di questi reati non possa che crescere ancora, poiché gli incidenti diventeranno più frequenti e i cybercriminali in grado di condurre attacchi sempre più sofisticati, cercando di sfruttare le falle nel quadro di una connettività sempre maggiore.

L’impatto dei cyber-attacchi, tuttavia, si estende molto al di là dei soli costi finanziari. Negli anni recenti, diversi casi di grande notorietà hanno causato danni significativi alla reputazione di aziende in tutto il mondo. È probabile che il vero numero di questi incidenti sia molto sottostimato, poiché le aziende non svelano volentieri gli attacchi subiti. Poiché le leggi sempre più restrittive impongono una maggiore trasparenza su hackeraggi e data breach, per le aziende diverrà però sempre più difficile riuscire a nascondere questi episodi.

La cybersecurity: un’industria in crescita

Da qualche tempo le aziende hanno iniziato ad investire in modo massiccio nella sicurezza informatica ma l’aumentare della frequenza e della gravità dei cyber-attacchi porterà, con ogni probabilità, a un’ulteriore crescita della spesa in sicurezza. Una ricerca di Business Insider Intelligence stima che entro il 2020 almeno $665 miliardi verranno spesi in misure di cybersecurity per proteggere PC, dispositivi mobili e dispositivi di Internet of things[3]. Entro il 2020[4] il mercato della cybersecurity potrebbe crescere di cinque volte la spesa complessiva per la tecnologia4, e ci si aspetta che i costi di questi crimini continuino a salire: dal 2013 il costo medio è già aumentato di circa il 62,5%[5].

Un altro indicatore della crescita del settore è l’aumento del volume dei deal di venture capital in cybersecurity. A livello globale, lo scorso anno oltre $ 5,3 miliardi sono stati investiti in aziende che si occupano di protezione di reti, sistemi e dati: un aumento del 20% rispetto al 2017 e quasi il doppio della somma spesa nel 2016[6].

Trasformare le minacce in opportunità di investimento

Mentre la minaccia del cybercrimine cresce in modo sostanziale, anche il numero di aziende del fintech che entrano nel settore della cybersecurity aumenta in modo parallelo. L’aumento delle minacce ha creato a propria volta un sotto-settore delle “cyber-assicurazioni” all’interno dell’industria delle assicurazioni. Come “stock picker bottom-up”, per noi è importante analizzare un mercato già saturo per trovare le opportunità di investimento più convincenti. Effettuiamo analisi dettagliate sulle aziende del settore per trovare quelle che riteniamo in grado di tenere testa alle minacce sempre nuove del cyber-crimine – e anche quelle che riteniamo avere il maggiore potenziale di crescita.

Abbiamo identificato proposte di investimento in tre settori chiave all’interno dell’industria della cybersecurity: i software bancari, la protezione dei dati e la protezione delle transazioni. Fra i nostri investimenti c’è Rapid7, il cui cloud “Insight” garantisce ai clienti piena visibilità, analisi e automazione: strumenti che aiutano i clienti a monitorare azioni minacciose, a gestire al meglio le vulnerabilità e a rendersi impermeabili agli attacchi. Altrove, Palo Alto Networks offre una vasta gamma di servizi di sicurezza aziendale fra cui il firewall next-generation e un servizio cloud che consente ai clienti di utilizzare i propri dati per l’analisi dei dati e per il machine learning. Abbiamo infine una posizione in CyberArk, che garantisce la sicurezza di oltre metà delle aziende Fortune 500.

Investiamo nel sottosettore della cybersecurity nella nostra strategia, Financial Innovation, che abbraccia anche spazi nella digitalizzazione, nell’analisi dei dati e nei pagamenti. Continuiamo a focalizzarci sulle aziende del fintech che si collocano all’avanguardia per quanto riguarda l’innovazione, per guidare o rendere possibili i maggiori trend strutturali nell’universo finanziario globale.


Guy de Blonay – gestore del fondo Jupiter Financial Innovation – Jupiter AM