La perequazione all’attenzione di Governo e sindacati

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Uno dei temi di maggiore rilievo nell’ambito del tavolo di lavoro congiunto Governo-sindacati in materia di pensioni in vista della prossima Legge di Bilancio riguarda la perequazione delle pensioni, vale a dire il recupero del potere d’acquisto dei trattamenti previdenziali.

La “materia del contendere” è rappresentata dall’ultimo intervento in materia posto in essere dal precedente Governo che, contrariamente a quanto previsto dalla normativa che avrebbe previsto un ritorno ad una indicizzazione pinea, ha previsto un meccanismo di sterilizzazione per un ulteriore triennio nel periodo 2019-2021.

In particolare si   riconosce la perequazione sulla base di sette fasce con aliquote decrescenti, relative ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a 9 volte il trattamento minimo.

Più nello specifico si conferma l’adeguamento all’inflazione del 100% solo per gli assegni fino a 3 volte il minimo del trattamento INPS (pari a 1.522,26 euro lordi mensili per il 2018 e a 1.539 per il 2019).  Per gli importi superiori e fino a 4 volte il minimo sarà garantito il 97% dell’adeguamento, misura che scenderà al 77% per le pensioni tra 4 e 5 volte e al 52% per quelle tra 5 e 6 volte il trattamento minimo.

La rivalutazione verrà riconosciuta in misura inferiore al 50% per le pensioni con importi più alti, precisamente al 47% per quelle tra 6 e 8 volte il trattamento minimo, al 45% per quelle tra 8 e 9 volte e al 40% per gli importi superiori a 9 volte la pensione minima INPS.

La richiesta dei sindacati è ora di ripristinare la piena rivalutazione delle pensioni in maniera tale da salvaguardare il valore degli assegni pensionistici. Si auspica poi la definizione di un nuovo paniere per arrivare a un indice più equo della rivalutazione delle pensioni e recuperare parte del montante perso in questi anni.

L’attuale normativa prevede la rivalutazione ai prezzi delle pensioni al 1° gennaio di ogni anno sulla base del tasso di inflazione dell’anno precedente (variazione dell’indice generale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati al netto dei tabacchi: c.d. foi nt).

Va ricordato come il decreto ministeriale che fissa la rivalutazione ai prezzi da applicare al 1° gennaio è predisposto dal Ministero dell’ Economia e delle Finanze nel mese di novembre prendendo a riferimento la comunicazione Istat sulle ultime informazioni disponibili circa l’andamento effettivo dell’inflazione e di quello presumibile fino a fine anno.