Il coronavirus prende piede

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Con il diffondersi del coronavirus fuori dalla Cina, la situazione peggiora per i mercati degli attivi di rischio. Le valutazioni sono più basse ma possono compensare gli investitori per i maggiori rischi riguardanti la crescita globale e i fondamentali aziendali?

Fondamentali

La diffusione del coronavirus ha comportato una revisione al ribasso su scala mondiale sia delle previsioni di crescita che delle stime degli utili societari. Sebbene in Cina il numero dei casi segnalati ogni giorno si sia ridotto, l’attività economica resta decisamente inferiore a quella degli anni precedenti. Al contempo, l’incremento medio su cinque giorni del numero di casi segnalati al di fuori della Cina è quadruplicato rispetto a una settimana fa ed è riconducibile soprattutto a Italia, Corea e Giappone. Con l’aggiunta, ogni giorno, di circa 400 nuovi casi, la minaccia di una pandemia globale è sempre più concreta. Probabilmente Italia e Giappone sono già in recessione tecnica e gli effetti del coronavirus sulla crescita globale non faranno che peggiorare la situazione. I primi segnali che arrivano dagli indicatori anticipatori di febbraio mostrano un rallentamento del settore manifatturiero e una flessione superiore al previsto nel settore dei servizi. Quanto ai fondamentali delle imprese, dovremo aspettare il periodo di rendicontazione del primo trimestre per capire fino a che punto gli utili siano stati penalizzati. Tuttavia i management aziendali hanno già cominciato a rivedere al ribasso le aspettative. (Tutti i dati al 24 febbraio 2020).

Valutazioni quantitative

I beni rifugio hanno beneficiato dell’ondata di ribassi: il rendimento del Treasury decennale ha chiuso all’1,35%, un minimo storico. Il recente ampliamento degli spread ha portato i differenziali sui titoli High Yield statunitensi ed europei a registrare rispettivamente +58 punti base (pb) e +46 pb rispetto a inizio anno. A livello globale, l’aumento degli spread sui titoli Investment Grade è stato più modesto (+8 pb). I settori più penalizzati sono stati quelli che presentano un maggior rischio di deterioramento del credito. Ad esempio, il settore dell’energia ha trascinato al ribasso il mercato statunitense High Yield (-2,17% nell’ultima settimana), mentre i trasporti sono stati il fanalino di coda dell’alto rendimento europeo, con una flessione dell’1,64%. Nessuno dei due sembra abbastanza conveniente da compensare gli investitori per il maggiore rischio. Il posizionamento sui settori difensivi comincia a dare i suoi frutti e siamo convinti che la scelta delle posizioni continuerà a essere uno dei fattori determinanti della redditività futura. (Tutti i dati al 25 febbraio 2020).

Fattori tecnici

Il supporto tecnico è scemato insieme al sentiment degli investitori, mentre la domanda retail di attivi più rischiosi ha registrato valori particolarmente negativi. In particolare, il più grande ETF del mercato High Yield, l’iShares iBoxx High Yield Corporate Bond ETF, ha archiviato la perdita giornaliera di attivi più consistente della sua storia (-USD 1,57 miliardi di Dollari), che ha chiuso il quinto giorno consecutivo di deflussi e ridotto del 17% il valore patrimoniale nel periodo. Anche l’offerta di emissioni Investment Grade e High Yield è notevolmente calata sulla scia del recente peggioramento. Le aziende che hanno avuto bisogno di accedere ai mercati dei capitali sono state penalizzate dai maggiori spread. (Tutti i dati al 24 febbraio 2020).

Cosa significa per gli investitori obbligazionari? 

Per il momento, stiamo monitorando il flusso di notizie e rivalutando costantemente le ripercussioni economiche di questa epidemia che dovrebbero risultare più chiare solo quando le aziende inizieranno a pubblicare i risultati del primo trimestre e i dati macroeconomici saranno resi disponibili. Ci si aspetta che le incertezze legate all’epidemia rafforzino l’orientamento accomodante delle Banche Centrali, soprattutto della Banca Popolare Cinese. Lo stimolo monetario dovrebbe favorire i titoli di Stato e una rosa di obbligazioni societarie ad alto rating, sia asiatiche che cinesi. Sebbene la situazione rimanga fluida, continuiamo a sostenere un posizionamento difensivo nei mercati del credito, utilizzando al contempo un rigoroso processo di selezione delle posizioni basato sui fondamentali.