Recessione: come sarà?

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Abbiamo già esaminato le varie traiettorie del PIL in risposta a uno shock da domanda (“V”, “U” e “L”) e l’effetto che queste potrebbero avere non soltanto sulla crescita su base annua, ma anche sui mercati. Per adesso i mercati stanno reagendo più o meno in linea con le crisi passate e non sorprende la debolezza delle borse Europee (Eurostoxx -37% da inizio anno) rispetto all’andamento di Wall Street (Dow Jones -19%) vista la composizione degli indici e l’epicentro pandemico attualmente nel vecchio continente.

Rispetto alle recessioni del passato, però, ci sono due elementi da considerare per meglio posizionare i nostri portafogli:

  • Una delle fonti di maggiore incertezza durante una correzione del ciclo economico è la durata. Anche se in genere è difficile che la recessione duri molto a lungo, il circolo vizioso tra aspettative e mercati tende a aumentare l’incertezza e a diminuire la capacità di previsione. Oggi, la situazione è diversa: A detta della scienza, ogni epidemia virale raggiunge un equilibrio e si può stimarne la durata in anticipo. In particolare, anche se dovessimo ritrovarci con questa situazione di emergenza a metà Aprile, sarebbero comunque neanche due mesi di shock negativo. Quindi, siamo probabilmente di fronte a uno shock meno duraturo, più corto, ma sicuramente più intenso rispetto a una recessione squisitamente economica.
  • Il secondo tema da valutare, è che una pandemia affligge per definizione “tutti i popoli”. Sia nel 2001 che nel 2008, ci siamo confrontati con delle recessioni che erano inizialmente localizzate a alcuni settori oppure regioni (e.g. bolla dot.com, bolla subprime ecc.). Anche se poi si sono sviluppati in eventi recessivi globali, erano comunque molto identificabili nella loro origine. Oggi, siamo di fronte a uno shock da domanda su vastissima scala, praticamente tutti i settori e tutte le regioni del globo ne sono interessati. Senza contare che la leva finanziaria sconsiderata, tollerata in larga parte da banchieri centrali miopi, avrà un ulteriore effetto negativo sugli aggregati macroeconomici e sui mercati.

La politica fiscale è l’unico strumento che funziona a mio avviso in questa situazione. Prova ne è la deludente performance delle borse dopo gli interventi di BCE e Federal Reserve.