Dopo la pioggia torna il sereno? Schiarite sulle Borse dopo i minimi di marzo

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Rispetto ai minimi toccati a marzo, i mercati azionari hanno registrato un rimbalzo significativo: del 28% circa, tra il minimo e il massimo, per l’S&P 500, e fino al 22% per l’Euro Stoxx 50. Sebbene le performance di questi due indici continuino a essere negative dall’inizio dell’anno, è lecito interrogarsi di fronte a questo forte rialzo nell’attuale tormenta.

I consumi vanno a rilento, gli investimenti sono fermi, la disoccupazione sale alle stelle, i prezzi del petrolio scendono talvolta in territorio negativo, il commercio internazionale è in una situazione di stallo, gli utili aziendali si contraggono … Sul fronte economico siamo nel bel mezzo di un uragano. Tuttavia, contro ogni previsione, il barometro borsistico annuncia qualche schiarita. A prima vista tutto questo può sembrare paradossale.

In realtà, una fotografia dell’economia in un dato momento ha poco impatto sulla valorizzazione degli asset. A influenzare le quotazioni sono innanzitutto le prospettive future, altrimenti gli indici di borsa sarebbero ai minimi storici visto che, anche questa settimana, i principali leading indicator per le attività economiche – PMI, IFO, fiducia dei consumatori, per citarne solo alcuni – hanno raggiunto dei record in negativo, inferiori addirittura ad ogni aspettativa già di per sé non proprio brillante. Di conseguenza, i dati della recessione globale sono stati nuovamente rivisti al rialzo da parte dei maggiori organismi sovranazionali. L’economia mondiale rimane nell’occhio del ciclone a causa della pandemia da Covid-19. Ci si può quindi chiedere perché gli indici azionari siano protetti da un anticiclone?

In primo luogo, perché stanno beneficiando di un’ondata di sostegni monetari senza precedenti. Nel giro di poche settimane sono state annunciate iniezioni non di miliardi ma di trilioni!!! di euro o di dollari, dalla Fed e dalla BCE. Importi e velocità di risposta che mai si erano visti prima! La liquidità sarà abbondante e per molto tempo. Di fronte a una minaccia inflazionistica praticamente inesistente questa potrebbe essere ulteriormente incrementata, in maniera consistente, con il rischio però di bolle sui mercati.

In secondo luogo perché i governi, anche loro, hanno agito su ampia scala e velocemente, adottando misure a sostegno dell’occupazione, e quindi dei consumi, o destinate a dare ossigeno ai flussi di cassa delle imprese ed evitare i fallimenti in serie. Inoltre, gli Stati si sono impegnati ad accelerare la ripresa, una volta che sarà tornato il bel tempo, con nuovi piani di aiuti. Del resto, i bassi tassi d’interesse, gestiti dalle banche centrali, fanno sì che questo ulteriore indebitamento sia poco costoso. Anche a livello di bilancio, il sostegno sarà ampio e sostenibile e sarà oggetto di rettifiche al rialzo.

Infine, l’espansione della pandemia comincia a essere circoscritta grazie a un periodo di lockdown durato alcune settimane. Si possono quindi ora prevedere fasi di graduale riapertura. Sul fronte sanitario e sociale si intravede, all’orizzonte, un cielo che lentamente sta volgendo al sereno.

I mercati finanziari sono luoghi in cui avviene un confronto tra anticipazioni. Visto che le nuvole, a molti livelli, si stanno gradualmente dissipando, questi stanno già anticipando un’estate di sole dopo un inverno gelido.