USA, la recessione è (già) alle spalle

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Ad agosto, l’indice S&P 500 ha completato il recupero delle perdite subite dopo lo scoppio della pandemia. In meno di 5 mesi, dunque, il mercato azionario si è completamente ripreso dal crollo del 34% avvenuto durante l’apice della crisi. Questo rimbalzo a seguito di una recessione è uno dei più rapidi della storia moderna e, nonostante permangano molteplici rischi, i dati relativi agli ultimi mesi sostengono l’idea che il peggio sia passato. Il segnale generale della nostra tabella sulla ripresa (Clearbridge Recovery Dashboard) è verde (dunque “economia in espansione”) ed è stato rinforzato nell’ultimo mese da due nuovi indicatori tornati positivi. 

Il primo è l’indicatore delle nuove abitazioni (Housing Starts), diventato verde dopo che lo scorso mese era passato da rosso a giallo. L’edilizia rappresenta una componente importante dell’economia statunitense (oltre il 15% del Pil secondo la National Association of Homebuilders), con un forte effetto moltiplicatore. Quando si completa una nuova abitazione, si associa ad esso una serie di attività economiche complementari, come l’acquisto di arredi e di elettrodomestici, che vanno oltre la semplice costruzione. All’alba della Crisi Finanziaria Globale, spinta dal settore edilizio, la costruzione di nuove abitazioni è rimasta piuttosto fiacca a causa dell’eccesso di offerta nel ciclo precedente.

Grafico 1: Il rimbalzo delle nuove abitazioni

Fonte: Bloomberg; dati aggiornati al 31 luglio 2020

 

Lo scoppio dell’epidemia di Covid-19 ha arrestato le attività, con la stima sulla domanda annuale di nuove costruzioni scesa ad aprile a meno di 1 milione. Tuttavia, l’edilizia ha registrato un rimbalzo non appena le misure di lockdown sono state alleggerite, soprattutto nelle aree suburbane. Come riportato nel grafico, attualmente il settore ha recuperato e viaggia a un ritmo annuo di 1,5 milioni di nuove abitazioni. Anche se il tasso di crescita potrebbe ridursi nei prossimi mesi dopo lo slancio iniziale, questa crescita repentina è un chiaro segno che l’economia è a un punto di svolta. Inoltre, con i progetti edili che saranno completati nei prossimi mesi, l’economia beneficerà di un’ulteriore iniezione di adrenalina, dovuta a quelle attività complementari all’edilizia che abbiamo menzionato in precedenza. Questo aumento della spesa dovrebbe sostenere la crescita del Pil ancora di più e contrastare il fisiologico calo della domanda.

Il secondo segnale positivo è dato dall’indicatore degli spread creditizi (Credit Spreads), anch’esso passato da giallo a verde. Gli spread creditizi sono un modo per valutare l’andamento della domanda degli investitori per il reddito fisso: spread maggiori corrispondono alla domanda di rendimenti più elevati per compensare un più alto rischio percepito. All’apice della crisi, gli investitori richiedevano oltre l’11% in più rispetto al decennale USA per investire nelle obbligazioni high yield, circa tre volte e mezzo in più rispetto all’inizio dell’anno.

 

Grafico 2: Gli spread creditizi dei titoli ad alto rendimento si sono ridotti

Fonte: Bloomberg. Dati aggiornati al 28 agosto 2020

 

Con degli spread così elevati, l’emissione di crediti è arrestata nel mese di marzo, andando ulteriormente ad aggravare la volatilità dei mercati azionari, poiché gli investitori hanno messo in dubbio la capacità delle società di far fronte al debito esistente o di avere accesso a nuovo capitale. Tuttavia, le misure rapide e decise messe in atto dalla Fed miravano in parte a risolvere questa questione, supportando il flusso di capitali. Queste misure hanno generalmente avuto successo e hanno permesso una solida ripresa dell’emissione di obbligazioni societarie. A sua volta, la volatilità è andata riducendosi insieme ai premi che gli investitori esigevano per accollarsi il rischio di credito. Anche se gli spread non sono ancora tornati ai livelli precedenti alla crisi del coronavirus, si sono ridotti di oltre l’80% rispetto ai valori visti nei primi mesi dell’anno (grafico 2).

7 dei 9 indicatori della Clearbridge Recovery Dashboard presentano attualmente segnale verde, inclusi i tre afferenti all’area finanziaria. Tutto ciò è coerente con una ripresa che ha avuto origine a Wall Street più che nell’economia reale.

 

Grafico 3: ClearBridge Recovery Dashboard

Fonte: ClearBridge Investments

 

Nonostante il quadro economico, in generale, continui a migliorare, non crediamo che gli indicatori rimanenti diventeranno verdi nei mesi a venire. È probabile infatti che i dati dei prossimi mesi saranno indeboliti dal venir meno del rimbalzo della domanda subito successivo al lockdown. Tuttavia, questi dati rappresentano un elemento importante per quegli investitori che sono usciti dal mercato, o che sono pronti ad assumersi un rischio maggiore, poiché indicano che con ogni probabilità la recessione ha già raggiunto il suo punto più basso. Le azioni hanno ormai recuperato le loro perdite da inizio anno ed è opinione di molti esperti che nel terzo trimestre il Pil rimbalzerà del 20%. Pertanto, riteniamo che gli investitori trarrebbero beneficio da un cambio di mentalità, passando da un atteggiamento adatto a uno scenario di recessione, appena terminato, a uno più orientato verso il periodo di espansione alle porte.