L’ Ape sociale tra proroga temporanea e stabilizzazione

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Prosegue il confronto tra Governo e Sindacati su un nuovo intervento di riordino del sistema previdenziale.  Come già esplicitato nell’ambito del tavolo di concertazione 4.0 l’obiettivo è duplice.

Da un lato introdurre qualche prima misura di contingenza nell’ambito della prossima Legge di Bilancio; si vuole poi guardare oltre prevedendo misure di flessibiilità in uscita che possano strutturalmente sostituire  quota 100 al termine del naturale periodo di sperimentazione previsto per fine 2021.

Nell’incontro del 14 ottobre il Governo ha cominciato a rendere noti quelli che vorrebbero essere gli interventi da inserire nella manovra finanziaria in fase ultimativa di costruzione anche considerando come sulla base della Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza, appena approvata, le previsioni della spesa pensionistica continuano a scontare il sensibile aumento del numero di soggetti che accedono al pensionamento anticipato in virtù dei recenti cambiamenti normativi introdotti con la Legge di Bilancio 2019 e altri provvedimenti attuativi, tra cui Quota 100.

Secondo la previsione a legislazione vigente, una crescita della spesa per pensioni più contenuta rispetto a quella dell’economia contribuirà a far scendere il rapporto tra tale spesa e PIL, dal 17,1 per cento del 2020 al 16,2 per cento nel 2023. Cionondimeno, la spesa per pensioni a legislazione vigente nel 2023 risulterà più alta di 0,8 punti percentuali in rapporto al PIL in confronto al 2019, viene rimarcato.

Ruolo centrale nella “previdenza che verrà”  sembra avere l’Ape sociale che verrà prorogato per il momento di un ulteriore anno nella prossima Legge di Bilancio che deve essere approvata entro il 31 dicembre, dopo la già avvenuta prolungata vigenza nell’anno in corso per effetto della scorsa Legge di Bilancio (così come comunicato dal Governo verrà prorogata per un ulteriore anno anche opzione donna, canale di pensionamento anticipato rivolto al segmento femminile che comporta però automaticamente l’opzione per il metodo di calcolo contributivo).

E’ in fase di valutazione su richiesta dei sindacati la possibilità di ampliare da un lato la platea dei possibili beneficiari includendo anche i lavoratori fragili con riferimento a quelle mansioni che sono più esposte al rischio Covid 19 e una riduzione della anzianità contributiva, da 36 a 30 anni , necessaria per accedervi per alcune categorie come gli edili, gli agricoli e i marittimi per agevolarne l’accesso.

Post Legge di Bilancio ed in proiezione futura l’Ape sociale dovrebbe essere poi riveduta e corretta in maniera stabile in un combinato disposto con altre misure di pensionamento anticipato che saranno elaborate nel dopo quota 100.

Va ricordato in premessa come l’Ape sociale, introdotta nel nostro ordinamento nel 2017 con valenza 2018 in un “alveare di flessibilità” che comprendeva anche l’Ape volontaria e l’Ape aziendale che hanno terminato invece la loro sperimentazione, è in realtà una misura di tipo assistenziale e non previdenziale in senso stretto. Possono accedervi chi maturi il requisito di età (63 anni) tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2020 e rientri in una delle categorie previste dalla normativa, vale a dire  i disoccupati che da almeno 3 mesi abbiano esaurito la prestazione per disoccupazione loro spettante;  i lavoratori che assistono da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado con disabilità grave; i lavoratori affetti da riduzione della capacità lavorativa almeno pari al 74 per cento; · i lavoratori che da almeno 6 degli ultimi 7 anni di lavoro, svolgono in maniera continuativa una delle 15 professioni difficoltose e rischiose elencate dalla normativa. Agli appartenenti alle prime tre categorie è richiesta un’anzianità contributiva minima di 30 anni, che sale a 36 per la quarta.  Per le donne con figli è previsto uno “sconto contributivo” per l’accesso al beneficio, nella misura di 12 mesi per ciascun figlio, per un massimo di 24 mesi (APE sociale donna).  Dopo la attesa proroga fino al 31 dicembre 2021 come potrebbe evolvere ?  Secondo i rumors dovrebbe evolvere in primo luogo da misura sperimentale sia pure fino ad ora sempre prorogata in misura stabile. Dovrebbe poi ampliarsi il perimetro di coloro che possono accedervi con la aggiunta alle 15 professioni gravose di altre tipologie anche alla luce delle conclusioni cui giungerà la specifica Commissione di studio istituita dal Ministero del Lavoro.