Donne, FinTech e ripartenza: cosa può fare la tecnologia per la diversity

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“FinTech, sostenibilità e inclusione: le cose che servono” è questo il titolo dell’evento a cui ha partecipato BorsadelCredito.it per parlare di FinTech, inclusione finanziaria e donne. Non è un mistero infatti che le donne abbiano subito in maniera più pesante – sul fronte dell’economia – i danni economici da Covid-19. Come non è un mistero che la diversity sia un valore.

Il primo dato è sintetizzato da McKinsey, secondo cui, le aziende dove c’è un miglior balance tra uomini e donne e quindi dove la diversity è un tema, hanno reddittività superiore del 21% rispetto ai competitor (tuttavia, tra il 2017 e il 2019 la diversità di genere all’interno delle aziende è aumentata di un solo punto percentuale.)

Il secondo punto, quello relativo ai danni economici della pandemia, lo misura una recente ricerca di Mastercard, secondo cui l’87% delle imprenditrici afferma di aver registrato un impatto negativo sul proprio business. “Tra i fattori che hanno reso il genere femminile particolarmente vulnerabile vi è la sproporzionata rappresentanza nei settori più colpiti dalla crisi, il marcato divario di genere digitale in un mondo sempre più virtuale e le crescenti pressioni per le responsabilità legate alla gestione familiare”.

La tecnologia (e il FinTech) possono aumentare l’inclusione delle donne

Nel nostro Paese sono sparite nel corso dell’anno 4mila imprese femminili, secondo le stime di Confesercenti: un dato che interrompe un trend che era di crescita positiva (e superiore a quella registrata dalle nuove imprese fondate da maschi) fin dal 2014.

Un dato che dipinge una potenziale tragedia sociale. E che rende ancora più difficile colmare il gender gap economico. Il Wef, nel suo ultimo rapporto annuale, riteneva – pre Covid – ci volessero 257 anni.

Un paradosso, considerando che il gap in termini di accesso all’istruzione e dunque alle competenze è pressoché nullo. In particolare in Italia, al 117esimo posto per il parametro dell’economia (significativamente più in basso che nella classifica generale, in cui siamo 76esimi), terzultima nel mondo Occidentale (fanno peggio solo Corea e Giappone), per ogni cento maschi che frequentano l’università in corso, le donne sono 135.

La tecnologia può fare molto per migliorare la situazione e aumentare la partecipazione delle donne all’arena finanziaria ed economica. La disintermediazione è ciò che potrebbe consentire alle donne di aumentare le occasioni di accesso a servizi finanziari. Sempre il Wef rileva che oggi in 72 Paesi alle donne è vietato aprire conti bancari o ottenere credito.

Il ruolo del FinTech per aumentare l’accesso delle donne a finanza ed economia

BorsadelCredito.it, che è una FinTech – quindi nasce con un carattere digitale e tecnologico chiaro – ha consentito l’accesso al credito ad aziende che l’avrebbero difficilmente trovato in passato con i canali tradizionali. La tecnologia digitale di cui ci serviamo, nata proprio tra le nostre mura, gioca un ruolo fondamentale nel promuovere l’inclusione finanziaria e quindi in questo caso l’accesso al credito. Solo nel 2020 abbiamo evaso 75 milioni a 504 aziende, un numero che fino al 2019 sembrava impensabile.

Gli imprenditori – e le imprenditrici – non devono già avere un rapporto con noi, non devono avere un conto corrente e una storia patrimoniale, sono tutti uguali e possono accedere a un prestito semplicemente compilando un’application online. Inoltre secondo uno studio di Unioncamere i canali tradizionali chiedono alle aziende rosa più garanzie e solidità mentre per noi il processo e la documentazione richiesta è uguale per tutti, quindi assolutamente paritario.

I vantaggi del FinTech per le imprese (non solo femminili)

Attraverso machine learning e intelligenza artificiale facciamo analisi raccogliendo i dati dal web o dai conti correnti per misurare la solvibilità anche di microaziende, indipendentemente dal settore merceologico di appartenenza e dal fatto che siano state rigettate in precedenza dalle banche, per esempio. Le migliaia di dati raccolti, qualitativi oltre che quantitativi, ci permettono di prendere decisioni più accurate e valutare altri parametri oltre lo stato patrimoniale. Senza considerare che alle aziende diamo risposte in tempi davvero brevi: in 24 ore comunichiamo l’esito e in 10 giorni l’azienda può ricevere il finanziamento.

Nel momento in cui la liquidità è venuta meno per effetto dei lockdown questo carattere di immediatezza è stato fondamentale per le imprese che hanno potuto:

  • Fare affidamento su cassa fresca
  • Mantenere ottimi rapporti con i fornitori a cui non devono far attendere i pagamenti
  • Salvaguardare il tempo che ha sicuramente un costo elevato
  • Investire in progetti digitali per adattarsi ai tanti cambiamenti in corso

Cosa altro serve per l’inclusione delle donne

Per valorizzare la diversity, oltre a questo, c’è bisogno chiaramente di altro. Ovvero abbiamo bisogno di:

  • vertici aziendali volenterosi di attrarre talenti femminili e di migliorare il loro balance all’interno delle aziende tra uomini e donne
  • ci vogliono donne in grado di raccontare la loro esperienza e attrarre nuove donne in questo settore, delle “apripista”
  • servono infine sicuramente progetti concreti che favoriscono la parità di genere, fin dalla scuola e all’interno delle famiglie, orientandole verso materie Stem e professioni considerate maschili