Nessuna sorpresa dalla FED

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Lo statement è rimasto in gran parte invariato, tranne che per il riconoscimento dei recenti progressi nelle condizioni economiche. Nessuna sorpresa.

All’inizio della riunione c’erano molte speculazioni sul fatto che il “dot” mediano del tasso dei fed funds per il 2023 si sarebbe spostato verso l’alto andando a segnalare un aumento dei tassi. Questo non è stato il caso: è rimasto allo 0,1%. Due punti si sono spostati nel “campo del rialzo”, portando il totale a 7, ne mancano tuttavia ancora due per far sì che il “dot” si muova verso l’alto

Durante la conferenza stampa Powell ha sottolineato che non dovremmo prestare troppa attenzione al SEP, specialmente per quanto riguarda le proiezioni a 2-3 anni. Ha menzionato di aspettarsi cambiamenti nei dot se verranno forniti dati reali su occupazione e inflazione. Effettivamente abbiamo visto in passato che queste proiezioni possono cambiare significativamente con il passare del tempo.

La previsione mediana per l’inflazione del 2023 si è spostata dal 2,0% al 2,1%. Un piccolo cambiamento, ma dà un segnale. La combinazione di aspettative di inflazione che si spostano sopra l’obiettivo del 2%, mentre l’aspettativa mediana del tasso rimane invariata, segnala che la Fed è disposta a tollerare più inflazione. Il mercato ha colto questo segnale e l’inclinazione della curva si è accentuata.

L’aumento dell’aspettativa di crescita per il 2021 non è stata affatto una sorpresa. Dalla riunione di dicembre della Fed, il Congresso ha deciso di aggiungere 2.800 miliardi di stimoli fiscali e i broker e le istituzioni sono stati recentemente impegnati ad aumentare le loro proiezioni di crescita. È stata una sorpresa maggiore che le loro prospettive di crescita per il 2022 siano rimaste sostanzialmente invariate.

Powell rimane dell’opinione che l’aumento dei tassi di interesse dovrebbe essere visto nel contesto più ampio delle condizioni finanziarie di sostegno (leggasi spread del credito contenuti e mercati azionari forti). Come abbiamo detto in precedenza, la risposta della Fed al selloff dei Treasuries è stata quella di “stare a guardare e annuire”. L’asticella per una reazione sembra piuttosto alta. Non si faccia affidamento su un intervento della Fed nel mercato dei Treasuries, a meno che il selloff non si ampli.

Le aspettative ottimistiche tra i membri del FOMC non sono sufficienti. La Fed vuole vedere progressi sostanziali nei dati “reali” sull’occupazione e sull’inflazione prima di segnalare una riduzione degli acquisti di asset. Con l’inflazione che quasi certamente supererà il 2% nei prossimi mesi, l’attenzione sarà sui dati dell’occupazione. Powell ha lasciato intendere che un solido rapporto sull’occupazione probabilmente non sarà sufficiente per convincere il FOMC di tali progressi. Questo suggerisce che qualsiasi segnale di tapering dovrebbe essere atteso al più presto solo dopo due solidi rapporti sull’occupazione (quindi verso inizio maggio). Ha comunque lasciato intendere che la Fed segnalerà qualsiasi cambiamento “con largo anticipo, con largo anticipo”. Powell non ha segnalato alcuna intenzione di cambiare la struttura delle scadenze degli acquisti di asset.

Powell ha specificamente menzionato che la decisione sull’estensione dell’esenzione SLR dei Treasuries USA sarà annunciata nei prossimi giorni e ha rifiutato di rilasciare ulteriori commenti. Non è una grande sorpresa, dato che l’estensione dovrebbe terminare il 31 marzo e il mercato è in attesa di una decisione. Il consenso propende per un’estensione di sei mesi.

Conclusioni

La Fed è disposta a tollerare un’inflazione più alta, non interverrà sui mercati per calmare l’aumento dei tassi e controllerà i prossimi rapporti sull’occupazione per segnalare qualsiasi cambiamento nei suoi acquisti di asset.  Il mercato ha risposto con un irripidimento della curva. In termini di posizionamento abbiamo un sottopeso nei Treasury USA a 2-10 anni e un sovrappeso sulla parte trentennale della curva.