Temperature scores: una novità in ambito ESG

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Il 2021 sarà un anno chiave per ridurre l’impatto del cambiamento climatico. Anche se nel 2020 le emissioni globali di CO2 sono diminuite del 7% per via degli effetti dei lockdown dovuti al Covid-19, nel corso dell’imminente conferenza annuale delle Nazioni Unite per il Clima (COP) 26 saranno necessari interventi più vigorosi per contenere gli aumenti della temperatura al di sotto dei 2° C e verso 1,5° C1. Per raggiungere quest’ultimo obiettivo si dovrà tagliare il traguardo delle emissioni nette zero globali entro il 2050. Oggi, il settore finanziario dispone di nuovi strumenti per misurare l’allineamento dei portafogli d’investimento con l’obiettivo delle emissioni nette zero globali entro il 2050. Fra di essi figurano i temperature scores. Per calcolare la temperatura della società x, si confronta la traiettoria delle sue emissioni future con la traiettoria del suo settore, così come stimato dall’Agenzia internazionale per l’energia (AIE) in linea con un mondo dove il rialzo della temperatura non supera 1,5° C. Finora questi punteggi sono stati adottati solo da un numero ristretto di investitori e c’è ancora molto strada da fare prima che vengano utilizzati in modo efficiente nelle strategie. Questo articolo intende presentare una panoramica dei temperature scores nell’universo azionario e del credito. Le informazioni ivi contenute si basano sulle ricerche effettuate in precedenza sui temperature scores nei diversi universi d’investimento utilizzando le metodologie di tre fornitori di dati: CDP (Carbon Disclosure Project), Iceberg Data Lab e Trucost.

Queste le principali conclusioni:

  • In base ai dati forniti dai provider, sono pochissime le società con un temperature score inferiore ai 2°C.
  • Dalla nostra analisi sulla distribuzione delle temperature, emerge una certa disomogeneità tra le diverse aree geografiche, dove la maglia nera va all’azionario americano, seguito dall’azionario dei paesi emergenti e da quello europeo.
  • L’analisi settoriale mostra profonde discrepanze di temperatura tra i diversi settori.
  • Le tecniche per misurare le metriche sulla temperatura sono in corso di sviluppo e potrebbero migliorare man mano che i data provider affineranno le loro metodologie
  • Focalizzarsi sulla distribuzione dei temperature scores invece che sul punteggio di un portafoglio aggregato potrebbe essere un modo efficace di utilizzare questi parametri.

Crediamo che la domanda di trasparenza aumenterà e che gli investitori privilegeranno sempre di più quelle società che riusciranno a gestire in modo efficiente la transizione energetica. Infine, i temperature scores potrebbero essere un parametro rilevante per costruire dei prodotti d’investimento innovativi con un’affidabile traiettoria net-zero e offrire ai professionisti degli investimenti opportunità di applicazione in diverse dimensioni, tra cui l’esposizione geografica o l’asse settoriale. I temperature scores hanno anche il vantaggio di essere facili da leggere e da capire. Questo è un aspetto cruciale soprattutto per gli investitori retail, perché i parametri sul clima spesso potrebbero risultare ostici. Un tale indicatore rappresenta un forte strumento di comunicazione per le strategie di investimento sulle emissioni net-zero o per i processi di sub-investimento ideati per contribuire a una traiettoria net-zero.

Dall’analisi dei temperature scores si possono trarre cinque conclusioni:

  1. In base ai dati forniti da tutti i tre data provider, sono pochissime le società che fanno parte degli indici mondiali ad avere un temperature score inferiore ai 2°C
    I data provider citati in questo articolo usano data set e metodologie proprietarie. Di conseguenza i temperature scores delle società possono differire considerevolmente a seconda del provider. In questa parte dell’articolo ci focalizziamo sulle metriche prodotte da Iceberg Data Lab. Secondo questi dati, meno del 5% delle società appartenenti ai vari universi d’investimento e che costituiscono l’indice MSCI World presenta un temperature score inferiore a 2°C. Questa percentuale è ancora più bassa (3%) se si prende in considerazione l’indice delle large cap ICE BofA. In entrambi i casi, una quota significativa delle società ha temperature scores che oscillano tra 2,5°C e 3,5° C. La colonna “NA” include gli emittenti che non hanno comunicato i loro obiettivi di riduzione delle emissioni e che, di conseguenza, non rientrano nell’ambito della metodologia utilizzata da Iceberg Data Lab.
  2. La distribuzione dei temperature scores varia a seconda delle aree geografiche
    Le metriche sulle temperature tengono conto anche delle aree geografiche in cui sono rilevate. Focalizzandoci sui risultati forniti da Iceberg Data Lab, il comparto con la peggior performance tra tutti gli universi azionari è quello delle azioni americane, con il 75% delle società al di sopra della soglia dei 3°C. Seguono l’azionario dei mercati emergenti (ME) e l’azionario europeo, dove la quota delle società con una temperatura superiore ai 3°C è rispettivamente del 69% e del 42%. Le differenze tra le regioni sono ascrivibili principalmente a due ragioni:

    • Le società europee sono all’avanguardia nei loro sforzi per ridurre l’impronta di carbonio. Le società statunitensi sono state invece generalmente più riluttanti nel riconoscere l’inevitabilità della transizione e ad annunciare obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni.
    • Le metodologie sulla temperatura si basano su un unico scenario globale per le traiettorie settoriali, il che significa che il livello di ambizione richiesto è lo stesso in tutte le regioni. Questo aspetto non tiene tuttavia conto delle discrepanze a livello di maturità degli emittenti e dei Paesi nelle varie aree geografiche.
  3. Anche l’analisi settoriale mostra profonde discrepanze in materia di temperatura tra i diversi settori
    Un altro modo per confrontare i temperature scores tra le varie aree geografiche è quello di esaminare i punteggi settoriali, comparando ad esempio il settore europeo delle utility con quello americano. Anche in questo caso, la panoramica è simile nei diversi settori: le società europee tendono a sovraperformare rispetto alle loro omologhe americane. Una caratteristica importante da sottolineare quando si confrontano i temperature scores tra le varie aree geografiche è che tutti loro si basano sulle traiettorie settoriali globali dell’agenzia internazionale per l’energia (AIE). Tuttavia, l’AIE fornisce anche le traiettorie settoriali regionali, che sono più rigorose per le società europee visto che si trovano in una fase più avanzata. Se queste traiettorie settoriali regionali fossero utilizzate per calcolare i temperature scores, le differenze tra le regioni probabilmente risulterebbero meno evidenti.
  4. Analizzare la distribuzione dei temperature scores all’interno degli universi d’investimento invece del punteggio di un portafoglio aggregato potrebbe essere un modo efficiente per gli investitori di utilizzare questi parametri
    Il temperature score aggregato di un portafoglio può non riflettere la sua reale performance in termini climatici. Per esempio, mentre il punteggio complessivo di un portafoglio può essere basso, alcune delle sue partecipazioni possono avere un temperature score che supera abbondantemente la soglia dei 2°C. Inoltre, un punteggio aggregato del portafoglio non tiene conto del fatto che la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra in un dato settore può avere un impatto molto maggiore che in un altro. Per esempio, un punteggio di 2°C all’interno di un portafoglio energetico è molto più significativo dello stesso punteggio in un portafoglio di titoli sanitari viste le sfide affrontate dal primo nella transizione verso un modello economico più sostenibile.
    Nel complesso, queste variazioni non sono adeguatamente rappresentate dal punteggio medio ponderato della temperatura di un portafoglio aggregato. Di conseguenza, concentrarsi sulla distribuzione dei punteggi potrebbe essere un modo più efficiente per gli investitori che cercano di decarbonizzare i loro portafogli. In definitiva, questa tecnica faciliterà l’engagement attivo, consentendo ai gestori di portafoglio di identificare e selezionare quelle società che sono allineate a una traiettoria di 2°C e che, come tali, sono in grado di gestire la transizione energetica e di beneficiarne in termini di valore.
  5. Le metodologie per calcolare le metriche sulla temperatura sono in corso di sviluppo e potrebbero evolversi ulteriormente
    I temperature scores sono stati sviluppati solo di recente e i data provider stanno rivalutando le loro metodologie per rafforzare la rilevanza e l’applicabilità di questi punteggi. Invece di essere usati da soli, i temperature scores dovrebbero utilizzati insieme a una serie più ampia di criteri utili a stabilire l’allineamento di una società con gli obiettivi climatici. Per quanto riguarda gli asset manager, è fondamentale che vengano utilizzate risorse sufficienti per valutare interamente questa metodologia e la sua applicazione a 360° gradi