Mercati Emergenti: Tensioni USA-Cina, il ruolo di Taiwan

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Le ambizioni della Cina sono cresciute molto negli ultimi anni e queste ambizioni vanno oltre l’obiettivo dichiarato di diventare il leader economico globale. Da quando il presidente Xi ha preso il potere, la Cina vuole anche giocare un ruolo molto più dominante nella geopolitica. Qui entra in gioco Taiwan.

Perché Taiwan è così importante per la Cina e i suoi obiettivi?

Prima di rispondere a questa domanda, diamo uno sguardo più da vicino a Taiwan o alla Repubblica di Cina, come viene chiamata ufficialmente. Alla fine del 1949 la guerra civile cinese finì con la vittoria del PCC (Partito Comunista Cinese) sul Kuomintang (KMT). Il leader sconfitto Chiang Kai-shek fuggì con le sue truppe rimanenti e i suoi sostenitori sull’isola di Formosa e proclamò la fondazione della Repubblica di Cina (in opposizione alla Repubblica Popolare Cinese sulla terraferma). I comunisti sotto la guida di Mao Zedong volevano ovviamente prendere Taiwan con la forza subito dopo, ma nel 1950 il presidente statunitense Harry Truman mise fine a questi piani inviando la Settima Flotta verso l’isola come forza protettiva e deterrente.

In questo modo Taiwan ebbe la possibilità di crescere in modo indipendente e negli ultimi decenni non solo si è trasformata in una democrazia, ma in un paese orgoglioso ed economicamente di grande successo con una popolazione di circa 24 milioni di persone. Oggi Taiwan è conosciuta soprattutto per la sua posizione di leader nell’hardware e nella tecnologia, con molte aziende di livello mondiale attive in questo campo. TSMC spicca in questo senso essendo il produttore di semiconduttori leader a livello mondiale.

Dal punto di vista della Cina continentale solo l’interferenza di una potenza straniera (gli Stati Uniti) ha impedito la riunificazione di Cina e Taiwan.

Ma l’interesse della Cina per Taiwan va anche al di là di questo affare non risolto.  Quando si guarda alla sola mappa continentale della Cina, si perde un fattore importante, cioè il numero di basi o alleati statunitensi in prossimità della Cina oltre i mari che la circondano a Sud e a Est.

Se si guarda infatti verso il Mar Cinese Meridionale, la Cina ha di fronte il Giappone con diverse basi Usa sulle isole principali e su Okinawa, in Corea del Sud c’è un’altra base statunitense, così come nella stessa Taiwan e nelle Filippine.

Anche se l’influenza USA potrebbe aver sofferto un po’ negli ultimi anni (vedi per esempio il presidente Duterte che ha avvicinato un po’ di più le Filippine alla Cina) è ancora potente ed è un fattore da non trascurare. Recuperare Taiwan, “la provincia perduta”, non solo compenserebbe il “business aperto” sopra descritto, ma aiuterebbe la Cina a raggiungere il suo obiettivo di diventare il leader globale nella tecnologia, favorendo l’accesso del paese al Mar Cinese Meridionale. Militarmente la Cina potrebbe certamente riprendersi Taiwan (anche se ci si aspetterebbe una strenua opposizione da parte di Taiwan stessa). La grande domanda è come gli Stati Uniti reagirebbero ad una simile eventualità (non solo teorica!).

L’amministrazione Biden ha ripreso diverse politiche estere dell’amministrazione Trump (vedi per esempio la strategia sull’Iran), ma quando si tratta della Cina sembra che anche il nuovo presidente mantenga una linea dura. Ci sono credo diverse ragioni per questa presa di posizione. Uno è certamente quello di rendere più credibile che gli Stati Uniti siano ancora la potenza protettrice di Taiwan.