Le raccomandazioni previdenziali dell’OCSE

-

Tra i diversi profili di attenzione che l’Ocse rivolge al nostro Paese nella propria recente Economic Survey assumono particolare rilevanza quelli previdenziali.

La debole  crescita e l’invecchiamento della popolazione richiedono infatti una forte attenzione per garantire una oculata gestione del debito pubblico e la sostenibilità nel medio-lungo termine del nostro sistema pensionistico.

Viene ricordato in primo luogo come il ciclo di riforme avviato a partire dal 2011 ha contribuito a contenere l’impatto economico che discende dal trend demografico, particolarmente in virtù dell’innalzamento dell’età pensionabile che è stata correlata ala speranza di vita.

Va però considerato come gli esborsi legati all’invecchiamento della popolazione  continueranno ad aumentare nei prossimi 25 anni a causa delle spese sanitarie e di assistenza a lungo termine associate al fenomeno demografico.  In presenza di una scarsa crescita demografica l’indice di dipendenza degli anziani rimarrà tra i più alti d’Europa e più in generale dell’area Ocse.

Nel lunghissimo termine poichè le regole pensionistiche sostenibili interessano la gran parte della forza lavoro la spesa pensionistica diminuirà a partire dal 2045  per scendere a livelli inferiori a quelli del 2019 entro il 2070

Viene poi ricordato come nel 2019 sono stati introdotti lo schema pensionistico quota 100 e il rinvio al 2026 della correlazione tra innalzamento età pensionabile e speranza di vita per quel che riguarda il pensionamento anticipato.

L’’Ocse stima che se quota 100 fosse misura stabile e permanente la spesa pensionistica registrerebbe un aumento cumulativo di 11 punti percentuali tra il 2020 e il 2045.

Sarebbe perciò opportuno lasciare scadere quota 100 nel dicembre 2021 e riattivare l’indicizzazione dell’età di pensionamento alla vita media.

Si ritiene poi che opzione donna non debba essere rinnovata poichè avendo un trattamento calcolato su base contributiva fino al dicembre 2021 amplifica i rischi di povertà in età avanzata

Ulteriore raccomandazione riguarda poi le pensioni di reversibilità , pari al 2,4% del Pil rispetto alla media Ocse dell’1%, che secondo l’Organizzazione non dovrebbero essere rese disponibili alle fasce fortemente al di sotto dell’età pensionabile