USA: Imminente il tapering della FED, aumento dei tassi previsto nel 2022

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La Fed ha manifestato una forte convinzione ad accelerare la normalizzazione, indicando esplicitamente che alla riunione di novembre potrebbe annunciare l’inizio del tapering. Inoltre, il rialzo dei tassi potrebbe già avvenire nel 2022. La svolta “da falco” è stata motivata dalla rafforzata convinzione che, nonostante alcuni segnali di decelerazione, la dinamica di fondo dell’economia si stia rafforzando e dalla preoccupazione che un più lungo overshooting dell’inflazione possa finire per aumentare le aspettative.

Il comunicato stampa contiene piccole ma significative modifiche. Sull’economia, il FOMC ha segnalato che i rischi legati al COVID stanno diminuendo in linea con il rallentamento dei contagi. Ma ha anche ricordato che l’inflazione è “elevata”. Sul fronte delle politiche, il proseguimento dell’attuale ritmo di miglioramento nel mercato del lavoro giustificherebbe presto una riduzione degli acquisti di asset.

Le proiezioni riflettono il rapido incremento che l’economia sta registrando nonostante le strozzature nell’offerta ostacolino l’attività in diversi settori. Mentre la crescita del 2021 è stata nettamente rivista al ribasso, le prospettive di crescita a lungo termine sono state riviste leggermente al rialzo. Si prevede che la creazione di posti di lavoro sarà un po’ più lenta quest’anno rispetto alla proiezione di giugno, ma l’obiettivo del tasso di disoccupazione al 3,8% entro la fine del 2022 rimane raggiungibile. Questo è il livello che alcuni membri del Comitato hanno associato alla piena occupazione. Un’inflazione realizzata più alta del previsto per quest’anno si è tradotta in una netta revisione al rialzo delle prospettive a breve termine. Il carattere transitorio dell’overshooting rimane, ma Powell ha ammesso che l’aumento dell’inflazione a causa delle strozzature potrebbe trascinarsi nel 2022.

Nella conferenza stampa, Powell ha affermato che i progressi necessari per avviare il tapering sono già stati raggiunti sull’inflazione e sono molto vicini per quanto riguarda l’occupazione. Ha calcolato che oltre il 50% del divario tra disoccupazione effettiva e di equilibrio è già stato colmato. Inoltre, il FOMC considera i dati deludenti sull’occupazione di agosto come risultato del residuale freno sulla partecipazione al mercato del lavoro causato dalle necessità di cura dei bambini e dai timori di contagio. Entrambi i fattori dovrebbero scomparire rapidamente durante l’autunno, consentendo un’accelerazione dell’occupazione. Powell ha definito “inesorabile” il ritorno al lavoro delle persone che hanno perso il proprio posto a causa della pandemia. Poiché la maggior parte dei membri del FOMC ritiene che gli ulteriori progressi sostanziali sull’occupazione siano dietro l’angolo o siano già stati raggiunti, il QE ha perso gran parte della sua utilità e alcuni membri del FOMC hanno espresso preoccupazione per la stabilità finanziaria. Pertanto, Powell ha chiaramente affermato che il tapering dovrebbe essere annunciato già alla prossima riunione, in programma il 3 novembre. L’asticella per un eventuale ritardo nel tapering è piuttosto alta: il FOMC guarda al miglioramento cumulativo del mercato del lavoro e solo una forte delusione dal rapporto sull’occupazione di settembre suggerirebbe al Comitato una pausa. C’è anche un forte accordo su un ritmo veloce di tapering, il FOMC pensa che dovrebbe concludersi entro la metà dell’anno: questo implica una riduzione degli acquisti di circa 15 miliardi di US$ al mese. La discussione su come ridurre il bilancio inizierà solo quando sarà in corso il tapering.

ll rimpasto dei “dots” per il 2021 porta la mediana a risalire segnalando un rialzo dei tassi già nel 2022. Powell ha tenuto a sottolineare che il FOMC è equamente diviso sulla questione: nove membri prevedono una mossa entro la fine del prossimo anno e i restanti nove suggeriscono il 2023. A giugno, in sette avevano indicato un aumento dei tassi per il prossimo anno. Proiettano anche un ritmo più rapido di normalizzazione dei tassi, con tre rialzi nel 2023 (contro i due di giugno) e nel 2024. Alla fine di quell’anno il policy rate raggiungerà l’1,75%. Ci aspettiamo che quel livello venga raggiunto con un percorso leggermente diverso, più cauto: ora prevediamo un rialzo dei tassi verso la fine del 2022, solo due nel 2023 e quattro nel 2024.

L’irripidimento del percorso dei Fed funds è inteso a fornire un forte segnale dell’impegno a frenare ogni possibile slittamento al rialzo dell’inflazione attesa. Powell ha affermato più volte durante la sessione di domande e risposte che le aspettative a lungo termine sono tornate ai livelli del 2013 e finora non hanno mostrato segni di disancoraggio.

Infine, Powell ha rifiutato di commentare la questione del tetto del debito e ha minimizzato i rischi che i problemi di Evergrande possono creare per l’economia statunitense. L’esposizione diretta del settore finanziario è limitata. Ha anche negato con forza qualsiasi parallelismo con il debito societario statunitense. Le preoccupazioni per la leva finanziaria erano alte all’inizio della pandemia, ma la forte risposta politica ha mantenuto bassi i default.