Dietrofront

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In questi ultimi giorni abbiamo vissuto una improvvisa reazione emotiva dei mercati finanziari dovuta a due avvenimenti dirompenti. Il primo è stato la scoperta in Sudafrica della nuova variante Omicron. Le notizie inizialmente sono sembrate particolarmente allarmanti, sia in termini di diffusione, sia per quanto riguarda la copertura vaccinale. Oltretutto l’Europa stava vivendo una situazione particolarmente delicata, per le evidenti difficoltà nel gestire la quarta ondata pandemica. Tutto ciò ha determinato un‘intensa correzione dei mercati azionari, sono stati colpiti specialmente i settori più sensibili ai lockdown, come ad esempio “viaggi e tempo libero” che in Europa hanno cancellato le performance positive prodotte da inizio anno. Le commodity legate al ciclo economico, come ad esempio il petrolio, hanno subito pesanti discese, superiori al 10%. Perfino il dollaro, sul potenziale cambio di scenario, ha ritracciato rispetto alle principali valute. Gli operatori pensavano che prezzare tre rialzi dei tassi nel corso del 2022 fosse diventato eccessivo. I titoli governativi sono tornati ad essere una forma di protezione dalle tensioni generalizzate. Le informazioni successive sono risultate più rassicuranti, i sintomi evidenziati sembrano infatti essere lievi e le prime indicazioni che arrivano dalla ricerca israeliana mostrano che coloro che hanno un richiamo vaccinale dovrebbero essere protetti da questa variante. I mercati hanno fatto appena in tempo a riprendere il fiato quando è arrivato il secondo evento, ovvero le parole di Jerome Powell durante l’audizione davanti alla Commissione bancaria del Senato.

Il presidente della Fed, appena confermato per un altro mandato quadriennale, ha dichiarato che è giunto il momento di smettere di usare la parola “transitoria” quando si parla di crescita dei prezzi. Ha però ribadito che la FED è pronta ad usare gli strumenti necessari per assicurare che l’inflazione più alta non si radichi. In pratica è probabile un’accelerazione del tapering, terminando gli acquisti di asset prima del previsto. Un cambio di tono che può portare ad una modifica nella politica monetaria. Se la ripresa del lavoro proseguisse nei prossimi mesi, Powell sarà effettivamente pronto a introdurre tassi d’interesse più elevati. L’azionario ha reagito negativamente, riprendendo a correggere, mentre i titoli governativi sono risultati più contrastati, senza prendere una direzione netta. Se prevarrà lo scenario di una crescita economica in carreggiata, come stanno segnalando i dati macro specialmente di Cina e Stati Uniti, con le strozzature produttive in progressiva risoluzione, il mercato azionario dovrebbe ritrovare un suo equilibrio e riprendere nella sua tendenza positiva di fondo. I tassi americani dovrebbero salire sulla parte breve della curva ma stabilizzarsi sulla parte lunga una volta incorporata la nuova politica monetaria. Questo a condizione che gli effetti delle nuove varianti del coronavirus non creino nuove limitazioni ai processi produttivi