Cina: risoluzione degli ADR e picco della regolamentazione?

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Il 2021 è stato un anno impegnativo per chi ha investito in azioni cinesi, decisamente diverso dalle attese che avevamo un anno fa.

La concomitanza della politica estera più combattiva da parte degli Stati Uniti, dello shock dei rendimenti e dell’inflazione negli USA, e del giro di vite normativo in Cina, ha reso irrealistico l’ottimismo di inizio anno, provocando un netto calo dei prezzi delle azioni – in particolare quelli delle società di piattaforme.

Un anno dopo, le cose sono cambiate? C’è più spazio per l’ottimismo?

L’approccio statunitense alla Cina è rimasto duro, né ci sono indizi chiari che si ammorbidirà a breve termine. Il presidente della SEC Gary Gensler continua ad aumentare la pressione sulle società cinesi quotate negli USA perché aprano i libri contabili al PCAOB (Public Company Accounting Oversight Board) nel rispetto dell’HFCA (Holding Foreign Companies Accountable) Act, approvato a fine 2020. Se non ottemperano a questa richiesta, queste aziende potrebbero essere costrette al de-listing negli Stati Uniti.

Tuttavia, è possibile che venga raggiunto un compromesso. Ciò comporterebbe la nomina di un organismo contabile intermediario non statale che ispezioni i libri contabili delle società cinesi per conto del PCAOB. Questo soddisferebbe sia la legislazione cinese, sia i requisiti regolamentari statunitensi. I regolatori cinesi hanno recentemente espresso il desiderio di trovare una soluzione favorevole a entrambe le parti e sembra che almeno la volontà politica di trovare una soluzione ci sia.

Se le pressioni per il delisting degli ADR cinesi (American Depositary Receipts) dovessero venire meno, l’azionario cinese avrebbe un forte catalizzatore positivo. Nel più lungo termine, è probabile che più ADR cinesi punteranno alla doppia quotazione ad Hong Kong in aggiunta a quella americana e più società cinesi sceglieranno di quotarsi nel mercato domestico.

La Cina marcia verso una maggiore indipendenza finanziaria e una minore dipendenza dagli USA, ma evitare un delisting forzato degli ADR garantirebbe un forte sollievo per i mercati.

Per investire in Cina continua ad essere fondamentale una comprensione dettagliata delle leggi e dei regolamenti – ed è probabile che sarà così anche in futuro. Tuttavia, vi sono ragioni per credere che abbiamo passato il “picco regolamentare” e che i fondamentali delle aziende ritorneranno ad essere i driver principali.

Il Partito comunista ha indicato chiaramente le aree in cui vuole agire nell’ambito del prossimo piano quinquennale e come parte della spinta verso l’Era della prosperità comune. Queste tematiche sono state per la maggior parte affrontate, almeno inizialmente. In futuro, le aziende che non rispetteranno queste direttive saranno probabilmente multate, ma crediamo che queste sanzioni saranno più prevedibili, meno frequenti e meglio coordinate di quanto non siano state nel 2021.

Nel 2021 il mercato azionario cinese è rimasto indietro, svalutandosi proprio mentre i mercati azionari globali si rivalutavano.

Se i venti contrari derivanti dagli interventi politici USA e dalla regolamentazione delle piattaforme internet cinesi dovessero calare, ciò potrebbe trainare in modo significativo un ritorno alla media delle valutazioni e a un forte rialzo per l’asset class. Inoltre è significativo che mentre gli USA sono all’inizio di un ciclo di restringimento delle politiche fiscali e monetarie, la Cina sta cominciando ad allentare le proprie politiche interne.

Questo ha implicazioni per il ritmo relativo della crescita nelle due principali economie mondiali ed è probabile che traini la crescita delle aziende in Cina proprio mentre negli USA gli utili stanno iniziando a decelerare.