Russia, inflazione e svolta hawkish, tutto già prezzato?

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Mentre ci avviciniamo alla conclusione della stagione degli utili, le fluttuazioni che registriamo sui principali mercati azionari continuano ad essere guidate essenzialmente da due temi chiave: inflazione e Russia. Naturalmente, si tratta di due questioni che hanno zavorrato pesantemente l’andamento dei mercati: per intenderci, solo il FTSE100 – che è un indice sostenuto da un settore energetico relativamente sovrappesato – è riuscito a registrare un rendimento mensile positivo di recente.

Se da un lato le prospettive non si sono schiarite più di tanto su nessuno dei due fronti, dall’altro ci sono state fasi di tregua. Nonostante l’intonazione hawkish nei verbali del FOMC di qualche giorno fa – messaggio che potrebbe essere sintetizzato in un “un aumento più rapido dei tassi probabilmente giustificato ed una significativa riduzione del bilancio probabilmente appropriata” – i mercati hanno reagito positivamente. Questo perché era già stata prezzata una svolta molto hawkish. Mentre le notizie sul fronte russo continuano a susseguirsi, gli investitori dovranno valutare attentamente sia il tema che ruota intorno all’inflazione che quello che riguarda il cosiddetto rischio di sicurezza già prezzato, così come la reale affidabilità di qualsiasi messaggio politico, per poter evitare qualsiasi inutile trading impulsivo.