La miglior difesa è la diversificazione

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L’invasione russa è in corso e rimane molta incertezza sulla portata delle sanzioni e sull’impatto del taglio dei legami con la Russia, quindi per ora continua a dominare la volatilità. Un grande sell-off sugli asset russi la scorsa settimana ha fatto crollare l’IMOEX russo di oltre il 30%, in seguito all’aumento delle sanzioni UE. È probabile che questa situazione possa essere esacerbata dalla potenziale esclusione degli asset russi dagli indici ESG e dalle altre mosse da parte dell’Occidente, tra cui l’esclusione di diverse grandi banche russe dal circuito SWIFT. Il nostro indicatore proprietario di avversione al rischio corrobora il sentiment risk-off degli investitori. I tipici beni rifugio in tempo di guerra, come oro e petrolio, hanno mostrato rialzi sostanziali. L’oro è aumentato quasi ai massimi sperimentati in precedenza al culmine della pandemia, mentre il petrolio ha continuato la propria ascesa oltre i 110 dollari al barile. L’invasione russa sta aggiungendo ulteriori pressioni inflazionistiche, con il Canada l’ultimo Paese ad alzare i tassi, mentre Jerome Powell ha quasi approvato un aumento dei tassi a marzo per frenare l’inflazione “troppo alta”. Come queste pressioni e le misure restrittive possano pesare sulla crescita economica non è chiaro, ma quello che si è visto negli ultimi giorni è che gli investitori stanno guardando verso investimenti difensivi. È troppo presto per andare a caccia di occasioni e in questo ambiente è fondamentale rimanere diversificati.