Elevata frammentazione e un nuovo policy mix domineranno il panorama degli investimenti nel secondo semestre 2022

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Gli investitori dovranno navigare in un mondo frammentato caratterizzato da crescita in rallentamento, maggiore inflazione e crescenti divergenze tra le regioni e i settori, in cui le dinamiche del policy mix saranno cruciali, ha dichiarato oggi Amundi in occasione del suo investment outlook per la seconda metà dell’anno. In questo panorama sempre più complesso, in cui il commercio globale non è più il principale motore della crescita mondiale, gli investitori dovrebbero concentrarsi sulla resilienza e cercare di sfruttare le opportunità che possono derivare da cicli economici non sincronizzati e da percorsi divergenti in materia di politica fiscale e monetaria.

Rischi di stagflazione in aumento

I rischi di stagflazione appaiono diffusi, con una crescita reale inferiore al potenziale e un’inflazione che rimane costantemente superiore agli obiettivi delle banche centrali. Tuttavia, mentre un atterraggio morbido è una possibilità per gli Stati Uniti, l’area euro appare molto più fragile poiché subisce le conseguenze dell’aumento dei prezzi dell’energia e la crescita del PIL per l’intero anno in Cina dovrebbe rallentare al di sotto del 4% a causa delle restrizioni per il Covid. Nell’ambito dei mercati emergenti, gli esportatori di materie prime come Brasile, Sudafrica e Indonesia sono destinati ad essere fra i migliori, così come quei paesi che hanno un margine di manovra più ampio sul fronte delle politiche fiscali e monetarie.

L’inflazione ha probabilmente raggiunto il picco, ma le pressioni sui prezzi dovrebbero continuare a farsi sentire a causa delle strozzature nelle catene di approvvigionamento, dei prezzi elevati dell’energia e dei prodotti alimentari e della crescita dei salari negli Stati Uniti, ponendo fine all’era dei tassi d’interesse ultra-bassi e persino negativi dell’ultimo decennio. Tuttavia, secondo Amundi, una completa normalizzazione delle politiche monetarie non potrà verificarsi, in quanto le banche centrali cercano di bilanciare la necessità di domare la corsa dell’inflazione con quella di preservare la crescita, rendendo probabile una sorta di “benevola sottovalutazione” (benign neglet in gergo) dell’inflazione da parte delle banche centrali. In questo contesto, le dinamiche del policy mix e la misura in cui le banche centrali sono pronte ad accogliere ulteriori stimoli fiscali nelle varie regioni saranno fondamentali: mentre gli Stati Uniti non hanno quasi alcun margine di manovra fiscale in vista delle elezioni di metà mandato di novembre, Amundi si aspetta di vedere un accomodamento mirato in Cina.

Implicazioni per gli investimenti

Secondo Amundi, in un contesto di inflazione più elevata e di maggiore volatilità, di rallentamento della crescita e di contrazione della liquidità globale, gli investitori dovrebbero rimanere cauti in termini di allocazione del rischio e concentrarsi su resilienza e fonti di rendimenti reali positivi, cercando di trarre profitto dalle discrepanze tra le regioni e i settori sulla scia di cicli economici non sincronizzati.

Dopo il grande repricing degli asset nella prima metà dell’anno, la forte attrattività relativa delle azioni rispetto alle obbligazioni si è erosa, ed è opportuna un’allocazione più bilanciata. Nell’investimento azionario, il value, la qualità e i dividendi dovrebbero rappresentare un buon mix, in quanto i dividendi rappresentano una componente stabile dei rendimenti quando l’inflazione è elevata. Le azioni statunitensi appaiono più resilienti di quelle dell’UE, nonostante le valutazioni elevate, mentre le azioni cinesi, con il rallentamento dell’economia e i declassamenti degli utili già scontati dal mercato, potrebbero riservare sorprese positive.

Nel reddito fisso, gli investitori dovrebbero passare tatticamente a una posizione di duration più neutrale e giocare sulle divergenze delle politiche monetarie, oltre a guardare ai titoli indicizzati all’inflazione e alle obbligazioni a tasso variabile per proteggersi dall’inflazione. Nel segmento del credito, Amundi privilegia l’investment grade nei mercati sviluppati e l’high yield nei mercati emergenti. Infine, in un contesto inflazionistico correlazioni più instabili tra le asset class imporranno agli investitori di cercare un’ulteriore diversificazione nelle materie prime, nelle strategie valutarie, in particolare in quelle che privilegiano le valute degli esportatori di materie prime e nelle strategie alternative a bassa correlazione con le azioni e le obbligazioni, come gli asset reali. In quest’ultimo ambito, Amundi privilegia il settore immobiliare e il debito privato a tasso variabile.

Vincent Mortier, Group CIO di Amundi, ha dichiarato: “L’era dei tassi di interesse ultra-bassi e negativi è finita. Proseguirà la rimozione degli eccessi in quelle aree del mercato che hanno beneficiato della liquidità – Spac, criptovalute, azioni a crescita ultra-elevata – e riorienterà gli investitori sui fondamentali, sulla leva societaria e sugli utili. L’incertezza sull’evoluzione del policy mix e sul fronte geopolitico continuerà a mantenere alta la volatilità, su tutti i fronti”.

Monica Defend, Head di Amundi Institute, ha aggiunto: “In questo panorama complesso, gli investitori dovrebbero concentrarsi sulla resilienza e cercare le opportunità che possono sorgere in relazione ad un ciclo economico non sincronizzato e ai diversi percorsi di accomodamento fiscale e monetario. La liquidità del portafoglio sarà in primo piano, poiché la liquidità macro a livello globale si esaurirà progressivamente”.