Salario minimo e impatto sulle pensioni

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E’ stata raggiunta l’intesa tra Commissione , Consiglio e Parlamento europeo (cd.trilogo) sulla direttiva sul salario minimo.
A questo punto la approvazione formale del testo normativo dovrebbe avvenire tra fine giugno e la prima metà di luglio. Successivamente ogni singolo Stato dovrà recepire la direttiva nel proprio ordinamento entro il consueto termine biennale.

Quali sono le novità che verranno introdotte?  Nel rispetto di quelle che sono gli indirizzi nazionali e della autonomia delle parti sociali si sollecitano i Paesi membri a introdurre o un salario minimo legale o a promuovere la contrattazione collettiva superando la soglia minima dell’’80 per cento per la determinazione del salario.

Non si richiede invece agli Stati membri di introdurre salari minimi legali, né stabilisce un livello salariale minimo comune in tutta l’UE.

Con riferimento specifico al nostro Paese , che è uno dei 6 Stati europei in cui al momento non vi è un salario minimo legale, va evidenziato come l’11 maggio scorso è iniziato, l’esame di un disegno di legge che ne prevede l’introduzione di un salario minimo legale e, al contempo, anticipa gli esiti della proposta europea, stabilendo anche un rafforzamento del sistema della contrattazione collettiva nazionale.

Quali sono i possibili effetti della introduzione del salario minimo legale sul nostro sistema previdenziale ? Evidenziando come la contribuzione obbligatoria è collegata ai livelli retributivi va sottolineato in primo luogo un benefico riverbero sulla sostenibilità finanziaria con un possibile flusso superiore di contributi agli Enti di previdenza obbligatori in caso di salari più alti . In un sistema  a ripartizione come quello italiano che paga le pensioni con i contributi versati dai lavoratori inattività si tratta sicuramente di linfa finanziaria utile considerando anche una tendenza demografica che si caratterizza per un progressivo invecchiamento della popolazione.

Come ha poi di recente evidenziato il Presidente dell’Inps dal punto di vista della adeguatezza delle future pensioni salari più alti con contributi più elevati determinano in prospettiva trattamenti di quiescenza che con il metodo di calcolo contributivo saranno di importo più consistente.