Superbonus: come funziona la cessione del credito

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Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 maggio 2022, il Decreto Aiuti interviene su quanto previsto dall’articolo 121 del Decreto Rilancio. Lo fa andando a modificare il sistema delle cessioni del credito che, negli ultimi mesi, aveva causato un blocco del mercato. Adesso, con il nuovo decreto, la quarta cessione viene sostituita con la possibilità, da parte delle banche, di cedere i crediti acquistati ai propri clienti professionali privati che rientrano nelle categorie individuate dalla Consob e inserite nel Testo Unico in materia di finanza. Il credito può essere acquistato in qualsiasi momento ma non può essere ceduto a terzi.

Il Decreto Sostegni ter aveva, infatti, portato ad uno il numero di cessioni possibili annullando il concetto di “moneta fiscale”, soluzione che rischiava di mettere in crisi il sistema. Per questo, si era deciso di portare a tre il numero di trasferimenti possibili. Soluzione non risolutiva per gli attori coinvolti. Infatti, senza, rimaneva l’effetto imbuto: le banche, piccole e grandi, avevano raggiunto la loro massima capienza fiscale. Non potendo più acquistare crediti si correva il rischio di un blocco del meccanismo incentivante e delle sue ripercussioni positive sul nostro sistema economico-sociale.

Ci si chiede se il Superbonus abbia registrato effetti positivi sul sistema Paese. Bisogna sottolineare che secondo i tecnici del Servizio Bilancio, con lo stop alle cessioni si correva il rischio di ridurre le stime degli effetti finanziari positivi contabilizzate nei saldi di finanza pubblica come maggiori entrate a titolo di Iva, Irpef/Ires. Secondo il Centro Studi CNI, la spesa per Superbonus 110% contribuirebbe alla formazione del Pil per 12,3 miliardi di euro. Entrambe le valutazioni ci danno la misura delle ricadute positive del Superbonus sul nostro sistema Paese.