Volatilità estiva ma i mercati emergenti sono in fermento

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Di recente, abbiamo assistito agli interventi delle banche centrali negli Stati Uniti, in Svizzera e nel Regno Unito, che hanno provocato un sell-off degli asset di rischio, in particolare nei mercati sviluppati. Le banche centrali hanno ora riconosciuto di essere in ritardo rispetto alla curva, ma ci aspetta un contesto di estrema volatilità per tutto il periodo estivo. Le precedenti aspettative di una pausa temporanea o di una riduzione della volatilità durante l’estate sono state deluse. Tutti i dati rilasciati dagli Stati Uniti, in particolare quelli relativi all’indice dei prezzi al consumo (CPI), saranno monitorati con attenzione data la loro influenza sulla politica dei tassi d’interesse della Federal Reserve (Fed), compreso il punto terminale per i tassi d’interesse. A nostro avviso, ciò porterà a una maggiore volatilità di mercato, soprattutto perché la stessa Fed reagisce ai dati e, attualmente, non dispone di un piano a medio termine.

Sono inoltre previsti diversi appuntamenti geopolitici di rilievo, tra cui il G7 e il vertice NATO prima della fine di giugno. Inoltre, Biden si recherà in Arabia Saudita nella seconda settimana di luglio e questo sarà un segnale importante per il prezzo del petrolio. Ci aspettiamo che i mercati rimangano particolarmente nervosi in questo periodo.

Dal punto di vista dei tassi d’interesse, nella curva forward e nella curva EUR/USD, riteniamo che ci si stia avvicinando a un end point ragionevole. Il punto terminale dei tassi d’interesse della Fed è ora quotato vicino al 4%, che, a nostro avviso, appare realistico. Di recente, i deflussi di ETF dall’high yield e dall’investment grade sono stati superiori a quelli registrati in qualsiasi altro periodo dell’ultimo decennio. Tale capitolazione, al momento, è forse più evidente nel credito anziché nelle azioni; a nostro avviso, tuttavia, si tratta comunque di una buona notizia, dato che una simile azione sui prezzi è necessaria per poter iniziare a guardare al futuro con ottimismo.

Stiamo iniziando a intravedere una discreta sovraperformance degli asset dei mercati emergenti. In Asia, nell’ultimo mese, abbiamo assistito a una significativa sovraperformance rispetto ai paesi sviluppati. I mercati emergenti sono entrati nella fase di sell-off prima di altre asset class e ciò potrebbe significare che saranno i leader nel momento in cui emergeranno. Mentre i Paesi industrializzati stanno cercando di contrastare gli eccessi monetari che si sono verificati durante la pandemia di Covid-19, la Cina sta cercando di fare l’opposto, ossia riattivare la crescita e aumentare la liquidità.

Le criptovalute continuano a fare notizia, ma, a nostro avviso, si tratta ancora di una bolla localizzata. Sebbene possano esserci implicazioni per alcuni titoli specifici e possano creare nervosismo nei mercati globali, non riteniamo che siano un rischio sistemico (almeno al momento).