L’impatto del denaro

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Sempre più, gli investitori si aspettano che il proprio capitale non solo produca un ritorno finanziario, ma anche che abbia ricadute positive per l’ambiente o per la società. Il mercato impact investing sta crescendo rapidamente, ma il significato preciso del termine è ancora confuso, la regolamentazione è ancora in via di definizione e vi sono molte discussioni sulla misurazione oggettiva e finanziaria dell’impatto ottenuto.

La semplice sostenibilità non è più sufficiente. Molti investitori istituzionali e privati, oltre a evitare di investire in aree dannose per l’ambiente o socialmente indesiderabili, vogliono anche avere un “impatto” e contribuire in modo significativo e misurabile alla protezione del clima, migliorare le condizioni di vita di gruppi di popolazione svantaggiati o ridurre le disuguaglianze sociali.

Il segmento dei cosiddetti investimenti a impatto è ancora piccolo, ma sta crescendo più velocemente del più ampio mercato degli investimenti ESG (ambientali, sociali, di governance).

Solo una decina di anni fa, JPMorgan e la Fondazione Rockefeller, insieme al Global Impact Investing Network (GIIN), pubblicarono un rapporto in cui si affermava come l’impact investing fosse una classe di attività emergente che avrebbe raggiunto tra i 400 miliardi e i 1.000 miliardi di dollari di patrimonio in gestione entro il 2020. All’epoca, sembrava una previsione molto ambiziosa, ma nel 2020 il mercato ha raggiunto circa 715 miliardi di dollari di attivi in gestione, secondo GIIN[1]. L’International Finance Corporation (IFC) ha fatto una stima ancora più alta: 2.281 miliardi di dollari[2]. Ma quanti di questi capitali possono realmente definirsi “a impatto”?

Nonostante la necessità di agire tempestivamente e il conseguente interesse per l’impact investing, secondo il Sustainable Development Report 2022 della Cambridge University, per il secondo anno consecutivo non si sono registrati progressi sugli Sdg delle Nazioni Unite. Si tratta di una grave battuta d’arresto, soprattutto considerando che prima della pandemia, nel periodo 2015-2019, i progressi sugli Sdg avevano un tasso di crescita dello 0,5% annuale, comunque sempre troppo lento per raggiungere gli obiettivi al 2030.

In parte, la causa è da ritrovarsi nella ripresa lenta o inesistente nei Paesi poveri e vulnerabili, ma va anche sottolineato che il mercato manca ancora di chiarezza e non è evidente cosa sia effettivamente “sostenibile”. Le Nazioni Unite forniscono almeno un quadro, sebbene non vincolante, attraverso gli Sdg, mentre con il “Regolamento sulla tassonomia” l’Unione Europea definisce per la prima volta quali tipi di attività economiche devono essere considerate sostenibili.

Come parte della propria due diligence d’impatto, un investitore deve ancora scoprire in autonomia se una società potrà avere un impatto positivo in futuro. I criteri per stabilire quali industrie e modelli di business siano considerati sostenibili sono ancora incompleti, approssimativi, rigidi e in continua evoluzione. Gli sviluppi normativi potrebbero però gradualmente aiutare nella scelta di soluzioni di investimento per un portafoglio a impatto. E tali opportunità non sono necessariamente solo tra società quotate. Anzi, sono molte le società giovani che stanno sviluppando soluzioni a problemi ambientali e sociali. Così come molti “imprenditori a impatto” possono essere trovati non solo nelle nazioni industrializzate, ma anche nei paesi emergenti, con una gamma di modelli di business molto ampia. Considerando poi che anche società finora non esattamente sostenibili possono essere interessante dal punto di vista dell’impatto se perseguono con convinzione la propria transizione.

Data l’eterogeneità dell’universo potenziale, gli investimenti alternativi, specie il private equity, sono particolarmente indicati nell’individuare soluzioni a impatto che, oltre al beneficio per la collettività, promettono anche un ritorno finanziario interessante. I crescenti rischi reputazionali e legali per quelle società che si rifiutano di cambiare avranno probabilmente anche una ricaduta sui multipli. Quindi, l’impact investing, come forma più pura di investimento sostenibile, continuerà a crescere molto più velocemente del mercato e diventerà sempre più l’obiettivo degli investitori.