La produzione industriale italiana è scesa ancora a giugno, sollevando dubbi sulla crescita del 3T22

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Il dato deludente aumenta il rischio che l’industria sia un freno alla crescita già nel 3T22 e che l’effetto riapertura, più pronunciato nel turismo, possa non essere sufficiente a garantire una crescita positiva del PIL nel 3T22

Gli ultimi dati Istat mostrano che la tenuta industriale dell’Italia ha i suoi limiti. L’istituto di statistica italiano ha appena comunicato che a giugno la produzione industriale italiana destagionalizzata è scesa del 2,1% M/M (-1,1% a maggio), facendo nettamente peggio delle aspettative. Guardando alla ripartizione per grandi aggregati, solo la produzione di energia è riuscita ad espandersi, mentre i beni di consumo, intermedi e, più intensamente, quelli di investimento, hanno registrato contrazioni mensili. Nel secondo trimestre del 2022 la produzione industriale destagionalizzata ha registrato un aumento dello 0,6% rispetto al primo trimestre.

Guardando avanti, le prospettive per la produzione industriale italiana non sembrano buone. A luglio la fiducia delle imprese manifatturiere è scesa di 3 punti sul mese, a causa soprattutto di un forte calo degli ordini interni ed esteri. Anche i dati del PMI manifatturiero sono diventati negativi: l’indice principale, pari a 48,5 a luglio, è sceso in territorio di contrazione (al di sotto di 50) per la prima volta da giugno 2020. Per il momento, però, il deterioramento della fiducia non è stato accompagnato da un calo della componente occupazionale, forse a indicare che le imprese considerano l’attuale calo come una fase di debolezza temporanea piuttosto che come una svolta negativa di carattere strutturale. Ciò sembra anche consistente con la modesta contrazione delle aspettative di produzione nell’indagine sulla fiducia.

Detto questo, il primo trimestre lascia al secondo un riporto statistico negativo dell’1,8% sulla produzione. Sembra quindi probabile che già nel 3T22 l’industria agisca da freno alla crescita trimestrale, lasciando ai servizi l’onere della crescita, dal punto di vista dell’offerta.  Ciò evidenzia i rischi per le nostre previsioni di crescita per il 3T22. Al momento prevediamo una lieve espansione del PIL italiano nel 2° trimestre del 2022, basata sulla continuazione dell’effetto di riapertura, che fa perno sul turismo, e finanziata da una ricomposizione dei consumi dai beni durevoli ai servizi. Una recessione industriale conclamata nel corso del 3T22 aggiungerebbe rischi al ribasso a questa previsione.