Difensivi, ma aperti a qualche riaggiustamento tattico

-

I dati sull’elevata inflazione sottostante confermano che la Fed manterrà la sua traiettoria di rialzi dei tassi nonostante il peggioramento del contesto economico, che è rispecchiato solo in parte dalle valutazioni degli attivi. Per quanto riguarda gli utili, le stime negli Stati Uniti e in Europa sono ancora ottimistiche e probabilmente saranno riviste al ribasso. Di conseguenza, per ora rimaniamo prudenti e pazienti sugli attivi rischiosi e attendiamo un miglioramento della crescita degli utili prima di aumentare il rischio. Un approccio vigile ma agile, con maggiori coperture, è essenziale per consentire agli investitori di destreggiarsi in questo contesto permeato d’incertezza, ma siamo pronti a cogliere le opportunità qualora si presentino livelli di ingresso interessanti.

Preferiamo un approccio ben diversificato che si basi su un mix composto da attivi di qualità nei Paesi sviluppati e in quelli emergenti, da materie prime (petrolio, oro) e da valute.

Idee ad alta convinzione

Rimaniamo prudenti sulle azioni, ma da un punto di vista tattico crediamo che il calo recente offra l’opportunità di beneficiare del breve rally in alcuni segmenti. Tuttavia, rimaniamo pronti a modificare il nostro approccio nel caso in cui cambi la situazione. Continuiamo a preferire gli Stati Uniti alla zona Euro perché quest’ultima è più esposta alla stagflazione. Nei Paesi emergenti stiamo monitorando il settore immobiliare cinese e le politiche sul Covid-19. Il Paese mantiene le sue politiche fiscali e monetarie. Di conseguenza continuiamo a privilegiare la Cina rispetto all’India perché le valutazioni indiane sono ancora troppo elevate nonostante i cali recenti. Per quanto riguarda la duration, siamo moderatamente costruttivi, e rivedremo al rialzo questa nostra opinione solo se vedremo segnali di una svolta da colomba della Fed, nonostante le valutazioni appaiano interessanti su base storica. Per quanto riguarda il Regno Unito, abbiamo adottato un atteggiamento prudente molto prima dell’annuncio di Liz Truss sul mini-budget che ha scatenato vendite a valanga lungo la curva dei gilt per via dei timori di un aumento delle emissioni e della scarsa oculatezza nella gestione delle risorse pubbliche. In Europa, manteniamo una leggera preferenza per i BTP rispetto ai Bund, ma stiamo monitorando gli eventuali segnali di debolezza in un’ottica di gestione del rischio.

Crediamo che il differenziale di interesse tra BTP e Bund non sia più influenzato dai fattori interni italiani. Inoltre, le valutazioni sono interessanti vista la politica della BCE e i fattori tecnici favorevoli, che offrono del tempo per rivalutare la posizione in caso di aumento della volatilità.

Nel credito societario, siamo ora convinti che le obbligazioni Investment Grade in euro sovraperformeranno rispetto al segmento delle obbligazioni High Yield (valutazioni leggermente più elevate). Queste ultime risulterebbero più vulnerabili in caso di recessione, che penalizzerebbe gli utili e i fondamentali. Il tasso di default continua a rimanere basso ma si presume salirà a causa dei timori sulla crescita. Negli Stati Uniti rimaniamo leggermente positivi sul credito Investment Grade viste le valutazioni migliori dopo il recente ampliamento degli spread, i bassi rischi di un rifinanziamento del debito e la mancanza di aumento della leva finanziaria sul breve termine.

Infine, le valute rimangono un pilastro chiave della nostra strategia multi-asset e riteniamo che il dollaro manterrà il suo vigore viste le prospettive di un rialzo dei tassi di interesse negli Stati Uniti. Tuttavia, non siamo più positivi su USD/CAD. Ciò non è dovuto a un’opinione negativa sul dollaro, ma al fatto che quest’anno il biglietto verde si è già ampiamente rafforzato sul dollaro canadese. In secondo luogo, la serie di notizie negative provenienti dal settore bancario svizzero potrebbe avere delle ripercussioni su CHF/EUR visto che la divisa elvetica si è già rafforzata. Rimaniamo positivi su USD/EUR e su JPY/EUR. Crediamo inoltre che il rand sudafricano sia una buona carta da giocare per sfruttare il clima di scarsa fiducia tra le valute dei Paesi emergenti. Di conseguenza, siamo attualmente costruttivi su real brasiliano/rand sudafricano (sono già scontati il carry attraente, il contesto macroeconomico e molte notizie negative sulle elezioni). In Asia, manteniamo la nostra opinione su rupia indonesiana/yuan grazie al miglioramento della posizione fiscale e della crescita dell’Indonesia.

Rischi e coperture

Vista l’inflazione elevata, c’è un alto rischio di errori di politica da parte delle Banche centrali che potrebbero aumentare in modo eccessivo il costo del denaro. Siamo quindi convinti che sia giusto aumentare la protezione sul credito (obbligazioni High Yield USA). Al contempo, gli investitori dovrebbero mantenere delle salvaguardie sulle azioni statunitensi e considerare l’ipotesi di esplorare le opportunità derivanti da un indebolimento dell’EUR/USD.