Green Bond: come si inseriscono in un portafoglio obbligazionario

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Finanziare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio è oggi più importante che mai, dato l’impatto che i cambiamenti climatici continuano ad avere sulle economie, sulle imprese e sulle comunità a livello globale. La guerra in Ucraina ha causato un’impennata dei prezzi energetici, motivando ulteriormente i paesi europei a ridurre la loro dipendenza dagli approvvigionamenti di petrolio e gas russi. Per finanziare la decarbonizzazione nei diversi settori occorreranno soluzioni innovative, il cui sviluppo richiederà ingenti quantità di capitale.

In questa spinta verso un futuro più sostenibile, i mercati obbligazionari globali hanno il potenziale per diventare un’importante fonte di investimenti. Un tempo considerate un prodotto di nicchia, le obbligazioni “verdi”, che finanziano progetti con un impatto ambientale positivo, figurano ormai fra le principali asset class. Grazie a questa rapida crescita e all’ampliamento della gamma di fondi di investimento che offrono un’esposizione alle emissioni green, per gli investitori è oggi più facile inserire questi titoli nelle proprie allocazioni obbligazionarie.

Ora che i green bond sono diventati un segmento consolidato del mercato obbligazionario, un’allocazione a questi titoli rappresenta un’opzione sempre più fattibile per gli investitori. La base di emittenti di obbligazioni green ha continuato ad ampliarsi, con una crescente diversificazione a livello sia settoriale che geografico. I titoli possono essere negoziati sul mercato secondario e il mercato delle nuove emissioni dovrebbe ritrovare un trend di forte espansione nel 2023, dopo un 2022 difficile per i mercati obbligazionari in generale.

Il mercato globale dei titoli di debito è dominato dal dollaro USA, con circa il 45% delle obbligazioni in circolazione in dollari, seguito dalle emissioni denominate in euro (21%). Per contro, nel mercato dei green bond, le obbligazioni in euro rappresentano circa il 66% dei titoli green in circolazione, mentre quelle in dollari sono solo il 20%, anche se in crescita.

La composizione del mercato dei green bond societari differisce sensibilmente da quella del suo equivalente non verde. I principali emittenti del mercato obbligazionario più ampio sono le società industriali, le cui obbligazioni rappresentano circa il 52% del totale, seguite dai bond del settore finanziario (quasi il 40%) e delle utility (poco più dell’8%). Sul mercato dei green bond, gli istituti finanziari sono la categoria di emittenti più importante con il 61% delle obbligazioni in circolazione, seguiti dalle utility a quasi il 28% e dagli emittenti industriali, al terzo posto con l’11%.

Queste differenze strutturali possono incidere sulla performance a livello di indice in vari momenti del ciclo economico. Ad esempio, il maggior peso delle utility nel benchmark dei green bond può imprimere slancio alla performance dell’indice, in presenza di condizioni di mercato simili a quelle osservate nel 2022, poiché si tratta di titoli non ciclici che spesso sovraperformano nelle fasi di rallentamento della crescita economica. Per contro, nei periodi di solida espansione economica questi titoli potrebbero frenare la performance.

SOSTENERE LA TRANSIZIONE CLIMATICA

Acquistando obbligazioni verdi, gli investitori possono contribuire potenzialmente al raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e degli Obiettivi per lo sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDG) delle Nazioni Unite.

Gli emittenti tendono sempre più spesso ad allineare i loro titoli a queste iniziative globali per il clima, mentre i gestori patrimoniali che offrono un’esposizione al mercato dei green bond utilizzano gli obiettivi degli SDG e dell’Accordo di Parigi come criteri di selezione dei potenziali investimenti e per dimostrarne il possibile impatto sui portafogli dei clienti. Tuttavia, per gli investitori può essere difficile comprendere pienamente l’impatto ambientale positivo che i green bond potrebbero avere a livello di portafoglio.

Inoltre, la sostituzione di parte delle obbligazioni tradizionali in portafoglio con green bond con una qualità creditizia e una duration simili offre potenzialmente una gamma di ulteriori vantaggi. Le emissioni green possono finanziare asset come gli edifici sostenibili, che possono comportare un rischio di credito inferiore nel tempo. Inoltre, possono contribuire a mitigare i rischi del portafoglio legati ai cambiamenti climatici e derivanti da cambiamenti delle politiche, come la tassazione del carbonio.

L’IMPATTO AMBIENTALE POSITIVO HA UN COSTO?

Una questione molto dibattuta tra gli investitori è l’esistenza di un “greenium”, o premio green. In teoria, non vi è alcun motivo per cui la natura green di un’obbligazione debba incidere sul suo prezzo. Sebbene l’emissione di green bond comporti alcune spese aggiuntive legate alla revisione e alla certificazione da parte di terzi, questi costi sono diminuiti nel tempo.

Un elemento del mercato dei green bond che ha sostenuto il greenium è la combinazione tra la forte domanda di obbligazioni verdi da parte degli investitori e un’offerta relativamente limitata. Con l’aumento delle emissioni, gli investitori potrebbero essere sempre meno disposti a pagare un prezzo più alto per le obbligazioni verdi. Sebbene ci siano prove della sussistenza di un greenium in alcuni settori meno sviluppati del mercato delle obbligazioni verdi, negli ultimi anni questo premio si è ridotto notevolmente nel mercato più ampio.

La transizione verso un’economia mondiale a basse emissioni di carbonio è un processo complesso. In futuro una delle sfide fondamentali sarà quella di finanziare gli ingenti investimenti richiesti per sostenere lo sviluppo di tutto ciò che servirà in questo processo, dalle infrastrutture verdi alle tecnologie all’avanguardia che permetteranno di azzerare le emissioni nette entro il 2050 e frenare il riscaldamento globale. Crediamo che la continua enfasi posta dagli emittenti obbligazionari sulla lotta e sull’adattamento ai cambiamenti climatici crei un solido potenziale di crescita per il mercato dei green bond, e che tale crescita si rifletta in un ampliamento della gamma di opportunità per gli investitori.