Medtech, ecco perchè non può mancare in portafoglio

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L’Opec+ ha annunciato che ridurrà la produzione del petrolio di 1 milione di barili al giorno a partire da maggio, dopo averla già diminuita di 2 milioni a ottobre. È importante ricordare che, anche in precedenza, l’organizzazione spesso non raggiungeva i propri obiettivi di produzione. La decisione è stata accolta con sorpresa a livello globale, dato che vari paesi membri avevano annunciato pubblicamente che non avrebbero ridotto l’offerta, almeno fino al termine del 2023. Di conseguenza, sia i prezzi del petrolio attuali (grafico sotto rappresentato) che le previsioni di essi per dicembre, sono aumentati. Le stime per i prezzi alla fine dell’anno sono state alzate persino a $100 al barile.

L’aumento dei tassi di interesse da parte delle Banche Centrali per ridurre l’inflazione, insieme alle vicissitudini di alcuni istituti bancari che abbiamo osservato a marzo, hanno riacceso i timori di una recessione. Durante le recessioni scendono la domanda e i prezzi del petrolio. Di conseguenza, la scelta dell’Opec+ può essere interpretata come una mossa preventiva, resa possibile dall’ampio potere dell’organizzazione di influenzare i prezzi. La decisione è stata presa nonostante certi analisti pensassero che il calo dei prezzi del petrolio causato da questo contesto di incertezza fosse temporaneo, e che la domanda sarebbe nuovamente aumentata nella seconda metà del 2023 a causa della riapertura della Cina. Pertanto, è possibile che la riduzione dell’offerta sia stata un atto diretto agli Stati Uniti, date le tensioni tra Biden, l’Arabia Saudita e i membri sotto la sfera d’influenza di quest’ultima.

All’inizio della guerra in Ucraina, Biden aveva ordinato un rilascio straordinario di petrolio dalle riserve americane, abbassando i prezzi e innervosendo l’Opec+. Lunedì, l’annuncio dell’organizzazione ha causato un rialzo nelle azioni del settore energetico. Ad esempio, Shell è salita del 4,21% e TotalEnergies del 4,56%. I rendimenti dei titoli di Stato americani, particolarmente quelli con scadenza a due anni, sono saliti dopo l’annuncio. La riduzione dell’offerta causerà uno sbilancio tra consumo e produzione. Persoddisfare la necessità di petrolio, verranno ridotte le scorte, conseguentemente alzando i prezzi, i quali contribuiscono all’inflazione e rischiano di annullare gli sforzi delle Banche Centrali. Infatti, negli Stati Uniti, le aspettative di un rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve, che erano scese dopo la crisi delle banche regionali e il crollo di Silicon Valley Bank, sono nuovamente aumentate dal 55% al 65%. In un momento in cui le Banche Centrali si trovano in difficoltà tra bilanciare l’inflazione ed evitare una recessione, la decisione della Opec+ ha certamente creato maggiore incertezza.

Il futuro dell’industria sanitaria e del medtech

Dal 1990 al 2022, il settore sanitario ha avuto la seconda performance annuale migliore tra i settori principali del mercato. Le motivazioni per cui l’industria medica è attraente per gli investitori sono molteplici. Innanzitutto, offre una grande diversità settoriale, con aziende farmaceutiche, di biotecnologia, attrezzatura medica, medtech, servizi sanitari e altro ancora. Nella sanità troviamo anche molta diversità geografica e a livello di capitalizzazione, con prospettive interessanti sia nei mercati più sviluppati che nei mercati emergenti. Inoltre, gli over 65 aumenteranno del 156% dal 2015 al 2050. Quest’invecchiamento della popolazione mondiale offre una possibilità di crescita significativa del settore. La sanità è caratterizzata da interesse e investimento pubblico, dato che rappresenta un servizio necessario per mantenere alta la qualità di vita in un paese. Infine, la domanda per i prodotti e servizi medici è inelastica, ovvero poco dipendente dalle variazioni di mercato.

L’innovazione dell’industria sanitaria crea opportunità interessanti. Il focus degli investimenti nel settore medico si sta spostando sempre di più sulle malattie croniche con mercati importanti. Negli ultimi anni, ci sono stati sviluppi per farmaci contro il diabete e l’Alzheimer, che nonostante i loro costi elevati di ricerca e sviluppo, potranno portare alti profitti. Ad ogni modo, l’aspetto più innovativo dell’industria è il medtech, ovvero il settore che utilizza la tecnologia per soddisfare le necessità mediche. Il problema maggiore dell’industria sanitaria è la carenza di personale, che di conseguenza alza i costi e crea difficoltà nell’offrire servizi adeguati a tutti i pazienti. Ad oggi, sta progredendo il concetto di telemedicina, non solo per l’ottimizzazione di operazioni standard come la prenotazione di appuntamenti o l’inserimento dati, ma anche per il monitoraggio dei pazienti da remoto. La telemedicina potrebbe aumentare lo spazio negli ospedali, e ridurre i rischi che si presentano quando si dimettono i pazienti. Infine, l’intelligenza artificiale semplificherà molti processi. Per esempio, verrà utilizzata per analizzare i dati dei pazienti, portando all’attenzione dei dottori i fattori che accomunano le persone affette da certe malattie. Nel prossimo futuro, l’AI potrebbe anche ipotizzare o escludere diagnosi. Di conseguenza, la tecnologia ridurrà la necessità di personale, aumentando la produttività del settore medico e l’efficacia delle cure. Il medtech presenta una grande opportunità per la continua crescita del settore e delle sue performance elevate.