Debito USA osservato speciale. Default imminente?

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La scorsa notte (ora italiana), Fitch ha annunciato di aver messo sotto osservazione il debito statunitense classificato AAA per un possibile downgrade. Il motivo di questa decisione è l’estrema polarizzazione della politica americana in materia economica, che sta rendendo sempre più difficile trovare un accordo sul tetto del debito, con il giorno X che si sta avvicinando inesorabilmente. Il “giorno X” è la data in cui il governo degli Stati Uniti dovrà dichiarare l’impossibilità di ripagare le sue obbligazioni e che il Dipartimento del Tesoro ha fissato al prossimo 1° giugno se non ci dovessero essere svolte. Lo scenario peggiore che si potrebbe verificare è il default tecnico del debito sovrano USA, il quale porterebbe a conseguenze molto negative sui mercati, tra cui una elevata volatilità e un’avversione al rischio molto maggiore.

Il mercato monetario sta già prezzando un notevole premio a tale rischio dato che i Buoni del Tesoro in scadenza nella prima settimana di giugno pagano l’1,5% di interesse in più rispetto a una settimana fa (il rendimento è aumentato chiudendo al 7% dal 5,5% alla fine della scorsa settimana). La mossa di Fitch apre anche la porta al rischio non banale di una ripetizione del 2011, quando, S&P declassò per la prima volta il debito USA ad AA+. Quello che possiamo sperare è che serva da ulteriore incentivo per Repubblicani e Democratici a raggiungere un accordo in tempo, evitando perdite economiche e conseguenze reputazionali per gli Stati Uniti. Questo ultimo aspetto è particolarmente importante perché non dobbiamo dimenticare che più di un quarto del debito degli Stati Uniti è nelle mani di investitori stranieri (la maggior parte dei quali sono paesi asiatici).

Ovviamente, sono verosimili anche altri scenari meno nefasti, anzi, riteniamo che quello più probabile resti, comunque, un accordo last minute tra le parti. Questo potrebbe prevedere una sospensione o un innalzamento del livello di indebitamento massimo a dopo le elezioni presidenziali previste per il prossimo anno. Inoltre, altri esperti ritengono che il giorno X sarà il 7 giugno e non il 1°, come indicato dal Tesoro, il che potrebbe portare a un prolungamento delle tempistiche dei negoziati per trovare una soluzione condivisa. Inoltre, se alla fine questa convergenza tra le parti dovesse mancare e si giungesse effettivamente al giorno X, sarebbe comunque possibile evitare il default, ad esempio dando la priorità ad alcuni pagamenti rispetto ad altri, oppure, in casi disperati, appellandosi al 14° emendamento.