I consumi stanno erodendo il risparmio accantonato

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Continua la fase di ripresa dei consumi dopo il crollo causato dalle restrizioni imposte dalla pandemia. Lo sottolinea l’Outlook Confcommercio-Censis sul Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane 2023.

Quali sono le principali evidenze? Le famiglie italiane che dichiarano di aver aumentato i consumi nel 2022 rispetto all’anno precedente toccano il massimo storico in questa rilevazione. 

Il 42,4% ha, infatti, aumentato i consumi mentre solo il 12,9% li ha diminuiti. Per un altro 44,7% la capacità di spesa è rimasta sostanzialmente inalterata nel 2022 rispetto al 2021. 

L’aumento dei consumi si deve leggere anche alla luce del fenomeno che sta caratterizzando gli ultimi due anni e che sta colpendo tutte le famiglie italiane: l’aumento generalizzato dei prezzi. Proprio a causa dell’inflazione, l’aumento dei consumi può non tradursi in un aumento della quantità di beni e servizi acquistati ma piuttosto in una maggiore spesa per acquistare lo stesso paniere di beni e servizi.

Allo stesso tempo, si riscontra un campanello di allarme rispetto al dato positivo della ripresa dei consumi nell’andamento dei risparmi.  Oltre la metà delle famiglie intervistate dichiara infatti di aver eroso i propri risparmi (55,5%) nel corso del 2022. Il 36% ha conservato lo stesso livello di  risparmio rispetto all’anno precedente, mentre meno di una famiglia su dieci (8,5%) è riuscita ad aumentarlo. 

La crescita generalizzata nei consumi è supportata principalmente dal risparmio accumulato negli anni precedenti vista anche la dinamica dei redditi che fa registrare una sostanziale stagnazione. 

Più di sei famiglie italiane su dieci (62,1%) hanno dichiarato livelli reddituali praticamente invariati rispetto all’anno precedente con un ulteriore quarto (24,4%) che li ha visti persino diminuire complessivamente. Soltanto per il 13,5% delle famiglie i consumi sono supportati da un aumento nei redditi familiari.

Di converso, la quota di famiglie in grado di aumentare i risparmi è in costante diminuzione dopo il picco registrato proprio durante la pandemia in cui alla netta diminuzione dei consumi ha coinciso un significativo aumento nelle famiglie risparmiatrici. 

La quota di famiglie in grado di aumentare i propri risparmi nel 2022 rispetto all’anno precedente è ora allo stesso livello del periodo prepandemia. 

Aumentano di quasi dieci punti percentuali, invece, le famiglie che hanno registrato una diminuzione nei risparmi nell’ultima rilevazione rispetto a quella svolta dodici mesi fa facendo segnare il nuovo record negativo dall’inizio della serie. 

La diminuzione nei redditi ha coinvolto circa un quarto delle famiglie intervistate, quota che ha subito variazioni soltanto durante il periodo di maggiore crisi economica ed occupazionale dovuta all’impatto della pandemia.

In un contesto di continuo aumento dei prezzi si riduce ulteriormente la quota di famiglie che dichiara di aver diminuito i consumi passando da quasi il 16% del 2022 al 12,9% rilevato nel 2023. Il 2022 si rivela quindi un anno condizionato pesantemente dalla dinamica inflattiva che ha costretto una significativa quota di famiglie a fare un ricorso sempre maggiore ai risparmi per far fronte a consumi aumentati, vista anche la sostanziale stagnazione nei redditi complessivi.

L’impatto che l’aumento dei prezzi ha avuto sulle famiglie è chiaro quando si confrontano le risposte delle famiglie che hanno diminuito i consumi nel corso del 2022 rispetto all’anno precedente 

Tutto il 2022 è stato, infatti, caratterizzato da un aumento continuo del costo della bolletta energetica che ha toccato picchi storici e ha costretto i governi che si sono avvicendati a diversi interventi normativi per cercare di contenerne gli effetti negativi su imprese e consumatori. Oltre il 70% delle famiglie che ha ridotto i consumi lo ha fatto proprio per l’aumento delle spese obbligate composte principalmente dalle bollette energetiche oltre che dalle tasse e dalle spese fisse ricorrenti. Questa motivazione era già stata indicata da quasi la metà delle famiglie con consumi ridotti nella rilevazione del 2022 in cui si intravedevano già i prodromi di un’inflazione ancora non troppo elevata, schizzata quest’anno di quasi venticinque punti percentuali proprio per l’esplosione di questa dinamica dei prezzi che, pur mostrando i primi segnali di rallentamento, non è ancora rientrata nei parametri auspicati dalle Banche Centrali europea e americana. La positiva dinamica generale del mercato del lavoro non ha impattato significativamente sulla decisione di contrarre i consumi (13,9%), in netta diminuzione rispetto a tutti gli anni precedenti. Anche la scelta di ridurre i consumi per privilegiare il risparmio in modo da essere più pronti a rispondere ad eventuali imprevisti è molto limitata. Soltanto il 13,7% delle famiglie che hanno ridotto i consumi lo ha fatto per trasferire maggiori risorse ai risparmi incrementandoli. Quasi la metà rispetto alle famiglie della rilevazione del 2022 e più di quattro volte meno rispetto al 2021, anno in cui si è registrato il picco a causa dell’emergenza pandemica.