Credito investment grade: l’unica scelta possibile? Il parere di Ben Lord di M&G

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L’inflazione potrebbe persistere ancora per qualche tempo, sosteneva già in maggio Ben Lord di M&G, in questo suo intervento su citywire.com
Ma questo non dovrebbe scoraggiare l’investimento nel credito.

“È possibile che i mercati guardino con troppo ottimismo a una fine imminente della fase inflativa” ma Ben Lord non era particolarmente preoccupato e le sue considerazioni sembrano molto valide anche a un mese di distanza.

Il parere di Ben Lord di M&G

I mercati del lavoro

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Un indicatore è la forza dei mercati del lavoro. È pericoloso dare per scontato un ripiegamento dell’inflazione mentre abbiamo il tasso di disoccupazione più basso di sempre in Europa, ai minimi degli ultimi 40 anni negli Stati Uniti, e condizioni simili nel Regno Unito. Se l’occupazione si mantiene intorno a questi livelli, sarà molto difficile ipotizzare la fine di questo ciclo inflazionistico.

L’inflazione

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L’altro nodo importante è capire se, quando la recessione si concretizzerà nel 2023 o nel 2024, l’inflazione sarà rientrata nei ranghi o ancora elevata. Nel primo caso, i banchieri centrali avranno spazio per tagliare i tassi a breve termine al fine di stimolare l’economia, ma se l’inflazione persiste, il compito delle banche centrali sarà molto più complicato perché non avranno margine per effettuare tagli. Credo che questo sia il motivo per cui la Fed ha avuto tanta fretta di spingere verso l’alto i tassi d’interesse e la BCE adesso sta cercando di recuperare terreno in modo così aggressivo.

Di sicuro i mercati azionari e obbligazionari si sono mossi con decisione per anticipare il ritorno dell’inflazione al livello obiettivo e, a mio avviso, è un po’ prematuro farlo. Come già accennato, un altro motivo di preoccupazione per me è che se la recessione si materializza e l’inflazione non è neanche vicina al punto auspicato dalle banche centrali, queste ultime potrebbero non essere disposte ad allentare la politica. Ma potrebbero esserci milioni di disoccupati in Europa, negli Stati Uniti e in Regno Unito, quindi le banche centrali sarebbero sottoposte a fortissime pressioni sociali e politiche per tagliare i tassi: se dovessero cedere, anche questo comporterebbe un’inflazione elevata persistente più a lungo.

La curva dei rendimenti

Attualmente le banche centrali hanno innalzato i tassi in modo aggressivo e il mercato obbligazionario ritiene che siamo avviati verso una fase di forte rallentamento, se non di recessione. Per questo la curva dei rendimenti è profondamente invertita. La domanda è: come si evolverà quella curva? Se i tassi a breve vengono spinti sempre più in alto, mentre il mercato si aspetta un calo di quelli a lungo termine dovuto a livelli inferiori di crescita e di inflazione, l’inversione dovrebbe continuare. Ma d’altro canto, le banche centrali potrebbero iniziare a fare retromarcia.

Il credito investment grade

In un orizzonte di due o tre anni, non ero così ottimista da 15 anni. Credo che allo stato attuale, il credito investment grade sia l’area da preferire praticamente a qualsiasi altra, incluse le azioni. Nel Regno Unito i rendimenti arrivano al 5-6%, livelli che non si vedevano dal 2009.

Generare performance

Il credito globale è molto interessante al momento, dato che per la prima volta dalla pandemia Covid-19 stiamo iniziando a vedere una divergenza tra le banche centrali, che si muovono in direzioni diverse in momenti diversi. Questo offre a un gestore di credito globale un’opportunità davvero interessante per generare performance. Gli Stati Uniti hanno agito in modo molto deciso nell’innalzare i tassi d’interesse, pertanto tutto tranne il mercato del lavoro fa presagire un rallentamento pronunciato. Il consenso è che la Fed sia più vicina alla fine che all’inizio del suo ciclo di contrazione. Quando toccherà il picco sui tassi a breve, i rendimenti obbligazionari caleranno per effetto del rialzo dei prezzi.

Da parte sua, la BCE continua ad aumentare aggressivamente il costo del denaro perché ha ancora un problema di inflazione di fondo e un mercato del lavoro molto teso. Di conseguenza, un periodo di rendimenti obbligazionari in calo e prezzi in aumento negli USA, mentre la BCE sta ancora innalzando i tassi a breve per cercare di riportare l’inflazione core verso il basso, per un gestore rappresenta un’opportunità decisamente interessante per sfruttare la differenza fra questi due mercati.

L’investimento obbligazionario ESG

Negli ultimi anni l’investimento ESG si è concentrato soprattutto sulle esclusioni. Credo che adesso sia arrivato il momento di allontanarci da quella fase di screening ed esclusione e iniziare a puntare con decisione sui fondi davvero impegnati a cercare soluzioni per i problemi sociali più gravi su scala globale e le società davvero dedite a dare risposta alle sfide ambientali di ampia portata. La sensazione è che la nostra attività si stia muovendo in questa direzione. Nel contempo, vogliamo finanziare obbligazioni classificate con etichette specifiche, ovvero di società che stanno arrivando sul mercato con l’emissione di obbligazioni verdi, sostenibili o sociali, il cui ricavato viene interamente destinato a progetti, impianti ed equipaggiamenti impiegati per gestire le grandi minacce con cui il pianeta si trova a fare i conti.

Penso che M&G sia ben posizionata per partecipare a tutto questo, poiché non basta limitarsi ad acquistare un titolo green o sostenibile, ma bisogna avere le risorse analitiche per scavare a fondo su come e dove i proventi vengono utilizzati, sgombrare il campo da tutto il cosiddetto greenwashing che sicuramente è presente e monitorare la situazione su base continuativa.