Il rame è il metallo chiave per la decarbonizzazione

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Gli sforzi globali per la decarbonizzazione rappresentano un motore di crescita strutturale per molte materie prime o metalli. In questo contesto, il rame può essere visto come il metallo chiave globale per la transizione energetica e, insieme al nichel, è uno dei materiali necessari per la trasformazione nei settori dell’energia e dei trasporti. Le prospettive della domanda sono promettenti: le installazioni annuali di capacità di generazione di energia rinnovabile potrebbero più che quadruplicare entro il 2030 e il numero di veicoli elettrici venduti all’anno potrebbe aumentare di 18 volte entro il 2030 rispetto al 2020. L’espansione della capacità di produzione di energia rinnovabile è accompagnata dalla necessità di espandere le reti di trasmissione dell’elettricità.

Il principale utilizzo del rame raffinato (74%) è la cosiddetta vergella. Questa a sua volta mostra una segmentazione del mercato, con il 63% di cavi elettrici, il 21% di solenoidi, il 15% di cavi per telecomunicazioni e il 3% di cavi speciali (valori arrotondati). Le attuali previsioni dei principali istituti di ricerca di mercato, come CRU, Wood Mac Kenzie, International Copper Association, ipotizzano che entro il 2030, su una domanda totale prevista di oltre 30 milioni di tonnellate (nel 2022 erano circa 24 milioni), circa sette milioni proverranno dai settori della trasformazione energetica (energie rinnovabili, veicoli elettrici, espansione della rete). Tuttavia, questa domanda aggiuntiva non può essere soddisfatta da una maggiore produzione mineraria, per cui, nella prospettiva odierna, si prevede un deficit di mercato di circa quattro milioni di tonnellate entro il 2030.

L’offerta di rame è piuttosto frammentata globalmente. La fornitura mineraria è di circa 22 milioni di tonnellate. La restante parte proviene dal riciclo di scarti e rottami, che sarà sempre più rilevante in futuro. Un’azienda tedesca, considerata leader mondiale nel riciclo del rame, sta espandendo le sue capacità di riciclo, tra l’altro attraverso la costruzione di nuovi impianti negli Stati Uniti, e ha quindi ottime prospettive a lungo termine in questo settore. I nuovi progetti di estrazione del rame, invece, non possono essere avviati così rapidamente: le principali compagnie minerarie come Anglo American o Glencore sottolineano che lo sviluppo completo di nuove miniere (dalla scoperta alla produzione) oggi richiede circa 15-20 anni. In generale, la dimensione dei depositi scoperti di recente è in calo dall’inizio degli anni ’90. BHP Billiton prevede che entro il 2030 dovranno essere investiti almeno 250 miliardi di dollari per dieci milioni di tonnellate di capacità aggiuntiva. Anche nel breve termine, il prezzo del rame sembra sostenuto al ribasso dopo un calo del tre per cento quest’anno a causa di scorte molto basse al London Metal Exchange (ai minimi da 18 anni, la metà delle quali di origine russa e quindi problematiche per molti acquirenti occidentali).